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Canicattì. Bimba morta in grembo a Natale, ginecologa sceglie rito abbreviato 

La difesa di una ginecologa in servizio all’ospedale Barone Lombardo di Canicattì, Miriam Lo Porto, 38 anni, accusata di avere provocato la morte in grembo di una bimba a Natale dell’anno scorso, formalizza la strategia processuale chiedendo il giudizio abbreviato. Il medico, secondo quanto emerge da una consulenza disposta nell’immediatezza dal pm Paola Vetro, è accusata di aver omesso la diagnosi di ritardo di crescita del feto nonostante risultasse da un’ecografia effettuata 19 giorni prima dell’interruzione della gravidanza. La mancata indicazione della diagnosi sul cartellino clinico della paziente, secondo l’accusa, avrebbe fatto venire meno un elemento di conoscenza necessario per le successive visite. Inoltre gli esami delle urine e la pressione arteriosa elevata sarebbero stati elementi molto indicativi del ritardo di crescita. Il ricovero della paziente, secondo quanto ipotizza la procura, avrebbe potuto consentire la nascita prima del decesso come, invece, e’ avvenuto il 27 dicembre quando la donna trentenne partori’ la propria bimba gia’ morta almeno da 48 ore. Il medico è difeso dall’avvocato Aldo D’Amico. I genitori della piccola sono rappresentati dagli avvocati Giacinto Paci e Diego Giarratana dalle cui denunce e’ stata avviata l’indagine che, in un primo momento, vedeva 13 indagati. Si torna in aula il 20 maggio.

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