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Canicattì, emergenza idrica, interrogazione urgente del consigliere Cilia: Quali azioni sono previste dall’amministrazione? 

Gianluca Cilia, Consigliere comunale del Comune di Canicattì, presenta Interrogazione urgente, sul problema dell’emergenza idrica sul territorio e del conseguente “Disservizio Idrico”, indirizzata:  

Al sindaco 

All’ Assessorato allo Sviluppo Territoriale con delega al decoro urbano e lavori pubblici.

E per conoscenza: 

Al Presidente del Consiglio Comunale

 Al Presidente “AICA” 

Al Presidente “Ato Idrico” 

Al Segretario Comunale

Testo integrale: 

PREMESSO che:

– da quasi un mese e a periodi alternati, anche di settimane, i Cittadini di Canicattì restano senza un goccio d’acqua, senza sapere la causa della mancata erogazione. Considerando che gli stessi sono anche i principali contribuenti e per tanto meritano non soltanto chiarezza, ma che sia garantito un servizio giusto e regolare senza dover “elemosinare” nulla o dover acquistare l’acqua nelle autobotti con ricadute economiche per quelle famiglie che arrivano a stento alla fine del mese.

– considerato il criterio adottato da AICA in merito alla determinazione delle bollette idriche che a parere di alcune associazioni appare illegittimo visto che l’ente erogatore si è limitato ad emettere le bollette in funzione degli importi pagati dagli utenti in base alla media dei dati di fatturato storici forniti senza tenere conto degli effettivi consumi. Il prezzo della fornitura deve essere commisurato all’effettivo consumo e non può essere fissato secondo criteri meramente presuntivi che prescindano totalmente dalla situazione reale. Il contratto di erogazione di acqua è un normale contratto di somministrazione, avente natura privatistica e pertanto soggetto alla disciplina del codice civile, con la conseguenza che la pretesa dell’ente erogatore, basata su un consumo presunto o a “forfait” è illegittima. Aica doveva effettuare la lettura dei contatori e, solo, successivamente emettere le relative bollette.

– il servizio di erogazione idrica costituisce un servizio pubblico essenziale e la sua improvvisa quanto ingiustificata interruzione configura gli estremi del reato di cui all’art. 340 cod. pen.;

– i disagi riscontrati ormai sono noti, come la difficoltà all’igiene personale e della casa, impossibilita di usare elettrodomestici nelle ore notturne per un risparmio energetico, alla necessità di soddisfare le esigenze di vita primarie e basilari, disagi che si ripercuotano sul diritto alla qualità della vita di un’intera popolazione e ancor di piu’ su bambini, anziani e disabili, disagi che si ripercuotono sulla libera estrinsecazione della personalità, costituzionalmente garantito dall’art. 2 Cost. sulla definizione del danno esistenziale cfr. Cass. 04.10.05 n. 19354;

– nell’ambito del danno erariale, la giurisprudenza ha fatto rientrare anche il cosiddetto danno da disservizio, che si verifica qualora un pubblico servizio non venga erogato in maniera efficiente ed efficace, non soddisfacendo, pertanto, le aspettative degli utenti e, al contempo, finendo per sprecare risorse importanti. Nel danno da disservizio rientrerebbe anche quello cd. da ritardo;

CONSIDERATO che:

il piano di razionamento dell’acqua potabile in Sicilia dovuto alla siccità che ha svuotato gli invasi dell’isola è operativo anche in provincia di Agrigento.

Pur in assenza di un’adeguata campagna informativa rivolta all’utenza, in tutti i Comuni della provincia si toccano già con mano le modifiche ai turni di erogazione e la situazione, in assenza di piogge, potrebbe prefigurare momenti di ulteriore e più profonda crisi nella stagione estiva.

Anche l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini ha dovuto adeguarsi alle direttive regionali e da settimane sta spalmando la riduzione su tutto il territorio provinciale, già in difficoltà per la ben nota situazione di precarietà delle condotte e le conseguenti copiose perdite. Le riduzioni della portata d’acqua potabile sono comprese fra il 10 e il 45 per cento a seconda degli acquedotti che alimentano i serbatoi comunali.

Nell’Agrigentino soffrono di più nel versante orientale, ma il disagio toccherà tutti.

La riduzione era del 10 per cento, ora è salita fino al 30 per cento.

Oltre ad eventuali punti percentuali derivanti dalla grave situazione contabile in cui versa Aica.

Aica ha già informato i Comuni serviti sulla modifica netta della quantità di acqua erogata, ma nessuno ha pensato di riferire preventivamente agli utenti che ci sarebbero state modifiche nei turni di distribuzione.

Un po’ ovunque sono già cominciate le inevitabili lamentele.

I cittadini si accorgono improvvisamente che i turni non sono quelli previsti nelle tabelle di Aica. I Comuni per primi si ritrovano a far fronte alle nuove e quotidiane proteste, che si aggiungono a quelle croniche riguardanti le migliaia di guasti che ci sono nelle condotte.

L’ultimo piano di razionamento dell’acqua potabile in Sicilia risale allo scorso 11 marzo ed è più stringente di quello programmato nel mese di gennaio.

Agrigento è la provincia più direttamente interessata insieme a Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani.

Le punte maggiori sono previste nei Comuni che dipendono dal Fanaco.

Sia Siciliacque che Aica riferiscono, come concordato con l’Osservatorio sugli utilizzi idrici del distretto idrografico della Sicilia, che da settimane sono in corso lavori per fronteggiare la crisi idrica attraverso la individuazione di nuovi pozzi. Ma l’eventuale loro utilizzo non sarà immediato.

La situazione, in previsione della stagione estiva, appare drammatica. Per non creare allarmismo, Aica sta agendo in modo prudente. Forse troppo. Ha fatto le dovute comunicazioni ai Comuni soci, ma forse sarebbe stato necessario fare anche una campagna informativa rivolta agli utenti per un uso consapevole e razionale dell’acqua. Il tema è stato oggetto di un’assemblea dei soci di Aica.

A convocarla è stato il presidente Alfonso Provvidenza: i sindaci si sono ritrovati lunedì 26 marzo per fare il punto della situazione, per affrontare insieme lo stato di emergenza ed evitare che la penuria di acqua possa compromettere il periodo tradizionalmente caratterizzato da flussi turistici, oggi il solo settore produttivo in grado di animare l’economia del territorio.

Tale riunione si è tenuta pochi giorni dopo la giornata mondiale dell’acqua, (che ricorre il 22 marzo), si chiede al Sindaco di notiziare quando discusso nell’Assemblea sopra citata, se la città rischi i problemi con l’approvvigionamento idrico già patiti negli anni scorsi.

La stessa Aica ha annunciato che la mancanza d’acqua si farà sentire nel 2024, quasi ‘mettendo le mani avanti’.

Cosa sta facendo l’amministrazione comunale per evitare questo rischio?

Sappiamo che non sono solo i cambiamenti climatici che stanno inasprendo la possibilità di fruire dell’acqua, ma anche una cattiva gestione della rete idrica”.

“È palese come il contesto che ad oggi ruota attorno alla filiera idrica non garantisce una gestione efficiente e sostenibile della risorsa.

Basti pensare alla obsolescenza della rete idrica teatina che disperde circa il 65% dell’acqua immessa in rete.

O alla frammentazione della gestione delle acque, che molte volte non rispecchia l’andamento del bacino idrografico, ma si limita a seguire i confini amministrativi e politici.

O ancora all’assenza vera e propria delle principali infrastrutture idriche.

Noi amministratori siamo stati eletti per indicare strategie adeguate per far fronte alle sfide sempre crescenti legate alla gestione delle risorse idriche.

Così come i manager pubblici sono nominati e pagati per portare l’acqua nelle case dei cittadini 365 giorni l’anno”.

Ecco, dunque, l’interrogazione “con lo scopo di alzare l’attenzione sula delicata questione idrica.

TEUTO CONTO che:

da diverso tempo le famiglie della nostra città lamentano il mancato arrivo dell’acqua nelle proprie abitazioni causando disagi per le attività quotidiane e per l’igiene; considerato che l’acqua è un bene primario ed è obbligo della società idrica garantire l’acqua a tutti i cittadini in quanto gestisce la fornitura giornaliera dell’acqua non solo

presso le abitazioni dei cittadini, gli uffici e le scuole ma anche presso la struttura ospedaliera della nostra città, ritengo che ai contribuenti vada garantito un servizio giusto e regolare senza dover ricorrere a soluzioni improponibili come riempire i contenitori presso gli abbeveratoi o fontanelle sembrando di fare così un viaggio nel passato.

Tutto ciò premesso,

chiedo di sapere con la massima urgenza:

– se il primo cittadino si è impegnato a “verificare e riferire in consiglio comunale, con l’urgenza del caso, possibilmente di concerto sullo stato degli investimenti, delle reti e della manutenzione, nonché sugli indirizzi dati ai rappresentanti di Aica spa nell’assembla dei soci e nei vari tavoli tecnici e sullo stato della loro attuazione;

– quali iniziative ha intrapreso e/o intende adottare l’Amministrazione Comunale per fronteggiare la situazione di carenza idrica esistente;

– se sono state attivati contatti con l’ente preposto alla distribuzione AICA, per la definizione di piani-programmi di intervento al fine di garantire che, in caso di necessità, il Comune di Canicattì possa avere gli approvvigionamenti idrici indispensabili per il fabbisogno di acqua potabile per uso umano, sia nel settore dei servizi primari, sia in quello delle produzioni industriali, del terziario produttivo e delle produzioni agricole;

– quali sono i dati aggiornati sui volumi di acqua accumulati nei serbatoi idrici del nostro territorio, sulla capacità di erogazione della rete di acqua potabile sia nel territorio comunale che delle frazioni, sulle effettive potenzialità dei pozzi di acqua potabile nelle varie zone della città;

– quali e quante indagini sono state di recente effettuate dagli organismi competenti sulla qualità delle acque per uso potabile della rete idrica di competenza comunale, nei pozzi e nei bacini idrici di Canicattì e zone circostanti;

– vigilare sulla corretta fatturazione delle bollette in acconto, poiché le stesse fanno riferimento ai consumi storici e che ad oggi risultano del tutto inattendibili;

– sollecitare l’erogazione del “BONUS IDRICO INTEGRATIVO”, il quale prevede un rimborso tariffario in favore delle cosiddette utenze deboli che versano in condizioni socioeconomiche disagiate.

L’importo del BONUS IDRICO INTEGRATIVO spettante a ciascun beneficiario è pari a:

€ 25,00 per ogni componente del nucleo familiare in presenza di un indicatore ISEE ordinario inferiore a € 9.000,00

€ 20,00 per ogni componente del nucleo familiare in presenza di un indicatore ISEE ordinario da € 9.000 fino alla soglia di € 20.000,00

Tale da attenuare l’eventuale aggravio di costi a cui molto probabilmente andranno incontro le famiglie, costrette loro malgrado a ricorrere alle autobotti private per garantirsi il regolare approvvigionamento idrico.

– quali siano le iniziative che, in caso di emergenza, consentano di poter materialmente garantire la regolare erogazione di acqua potabile nelle case, negli edifici industriali e che cosa sia possibile fare per prevedere irrigazioni di soccorso in agricoltura, magari attraverso impianti di emergenza, al fine di garantire la sopravvivenza delle colture arboree presenti nel comprensorio irriguo del territorio Comunale di Canicattì;

– verificare quali strumenti politici e istituzionali l’amministrazione comunale stia utilizzando al fine di evitare che cittadini e attività commerciali soffrano per la mancanza d’acqua nell’estate 2024;

– verificare se ci sono stime circa l’approvvigionamento d’acqua sulla città nei mesi a venire”;

– si chiede di sapere se sin da subito esiste un piano per la fornitura di acqua potabile per tutte le attività in cui avviene la somministrazione di bevande e la trasformazione di cibi (bar, ristoranti, pizzerie, macellerie panifici ecce cc…)

  Tenuto conto che, l’eventuale fornitura di acqua non potabile per le sopra elencate attività con le autobotti private che non attingono dal serbatoio comunale, sia incompatibile con le norme vigenti in materia poiché lesive per la salute pubblica.

 SI INTERROGANO LE S.S.L.L. per conoscere le eventuali azioni adottate da parte dell’Amministrazione e o dei provvedimenti che al riguardo si intendono adottare per scongiurare il perdurare del disservizio idrico.

Per quanto sopra SI CHIEDE risposta scritta entro i termini previsti dal regolamento, ed orale, al prossimo consiglio Comunale.

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