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Sciacca, ospedale: Criticità reparto di oncologia, medici di Canicattì e Agrigento in attesa di nuove assunzioni

La Direzione strategica dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento è intervenuta a margine dei disagi dovuti a carenza di personale medico verificatisi presso il reparto di oncologia del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Sciacca esprimendo alcune considerazioni volte a far chiarezza e a fornire rassicurazioni alla collettività: “Va subito detto – ha dichiarato il commissario straordinario ASP, Mario Zappia – l’Unità operativa di oncologia dell’ospedale di Sciacca non è chiusa e che gli interventi già posti in essere fanno sì che non esista questo rischio. Le criticità contingenti si stanno affrontando, in una logica di ottimizzazione delle risorse aziendali disponibili, ricorrendo all’ausilio di medici del “San Giovanni di Dio” di Agrigento e del ‘Barone Lombardo’ di Canicattì nelle more dell’immissione in servizio di altro personale che realizzeremo grazie alla contrattualizzazione di alcuni medici che hanno partecipato ad un concorso per oncologi nel 2021 e il cui espletamento è ancora in atto. Le problematiche dovute alle carenze d’organico in oncologia a Sciacca sono ben note e stanno al centro di un’attenta programmazione attraverso cui, non certo da ora, stiamo cercando di reclutare nuovi oncologi per risolverle in via definitiva. Per garantire i trattamenti chemioterapici e contribuire a colmare le difficoltà – ha concluso il commissario – sono state inoltre incrementate le ore di specialistica ambulatoriale dedicata.

Disagi sono stati segnalati ieri, 12 dicembre, dai pazienti oncologici in cura presso l’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca, dove ad operare è solo un medico che esercita anche la funzione di primario. Ieri il medico non ha potuto raggiungere il luogo di lavoro perché malato. Sono saltate, così, 18 chemioterapie e almeno 15 visite ambulatoriali programmate, concentrate tutte nella sua agenda degli appuntamenti. I pazienti sono stati invitati a tornare a casa perchè le prestazioni sono slittate e protestano: “Non è la prima volta che accade, il medico ce la mette tutta, ma non può fare miracoli, pure lui è un essere umano”, ha detto uno di loro. 

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