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Canicattì. Sempre più acceso lo scontro politico, 10 consiglieri diffidano il presidente, salta la seduta del consiglio comunale 

10 consiglieri comunali di Canicattì hanno protocollato una diffida alla lettera ricevuta dal presidente del consiglio comunale Domenico Licata.  I consiglieri comunali firmatari, sono: Diego Ficarra, Carmelo Onolfo, Federica Manna, Dario Curto, Calogero Restivo, Massimo Muratore, Anna Muratore, Marcello Cipollina, Rossella Ferraro, Luigi Salvaggio. Ecco cosa scrivono: “Egregio Presidente, abbiamo ricevuto la sua lettera ed appreso con sbigottimento di quanto ci scrive nella sua qualità istituzionale. Pensavamo che non avrebbe potuto ulteriomente esporre l’istituzione che rappresentiamo alla pubblica umiliazione, invece è riuscito a stupirci ancora una volta. Caro Presidente, se di certo vi è un clima pesante con accesi scontri che non giovano alla città sono da attribuire alla sua manifesta voglia di protagonismo, alle sue imbarazzanti manifestazioni espresse durante lo svolgimento dei consigli comunali. Caro Presidente, nella lettera che abbiamo ricevuto (ci si manifesta in tutte le sue contraddizioni, un Presidente, che la legge pone come terzo al di sopra delle parti, e che invece, violando continuamente il regolamento del consiglio comunale, utilizza in modo spregiudicato la carica che ricopre per fomentare ed effettuare attacchi di natura politica e personale.) Egregio Presidente la smetta di umiliare le Istituzioni ed il ruolo che ricopre per provocare Consiglieri Comunali, esposti a causa sua, a continui imbarazzi. Con risolutezza diciamo basta, basta a queste continue illazioni, basta a queste Inutili provocazioni, basta con le continue e reiterate violazioni del regolamento e della normativa vigente. Le ricordiamo che siamo stati eletti non per soddisfare le nostre ambizioni personali, ma per operare per il bene della collettività. Riteniamo inutile e offensivo ciò che ha scritto, nei confronti dei cittadini, che assistono basiti alle sue azioni. Sappia che la misura è colma e non consentiremo più comportamenti che ledono ulteriormente la dignità del civico consesso.”

Questa la risposta alla lettera inviata ai consiglieri comunali e alle forze politiche della città, dal presidente Licata la scorsa settimana che così recitava: “Il clima che si respira da qualche tempo a Palazzo di Città a causa delle sempre più accese diatribe politiche gioca a discapito di Canicattì. Assistiamo con accresciuta frequenza a sedute di Consiglio comunale deserte, a consiglieri comunali ripetutamente assenti, ad un sindaco che da qualche anno non presenzia i lavori consiliari, ad un’amministrazione comunale che non risponde nei tempi regolamentari e legislativi alle interrogazioni consiliari e che una volta in aula, in alcuni casi, sfugge al confronto attraverso metodi poco consoni al ruolo di ciascun rappresentante. Va bene la dialettica politica, sale della Democrazia, ma questa non deve riverberarsi sulle Istituzioni. A salvaguardia delle stesse, invito pertanto, le forze politiche di questa città e i gruppi consiliari a recuperare il senso di responsabilità e ripristinare la percorribilità sul piano della gestione.”

Intanto è saltato il consiglio comunale di ieri 13 novembre. Gli argomenti all’ordine del giorno erano 15. Nove erano stati esitati nella seduta del 6 novembre e gli altri 6 dovevano essere definiti ieri sera. Occorreva la presenza di almeno 9 consiglieri dei 24 componenti, trattandosi di seduta di prosecuzione, ma hanno risposto all’appello soltanto 7 consiglieri. Infatti, il vicepresidente del consiglio comunale, Giuseppe Alaimo, in assenza del presidente Domenico Licata e con l’assistenza del segretario generale Cinzia Chirieleison, ha proceduto all’appello nominale, verificando la presenza in aula di appena 7 consiglieri: 3 di maggioranza (Calogero Restivo, Massimo Muratore e Dario Curto) e 4 di minoranza (Giuseppe Alaimo, Giangaspare Di Fazio, Carmelo Ferraro e Giuseppe Lo Giudice).

Gli argomenti che dovevano essere affrontati vanno dallo stato di degrado di alcune strade provinciali e consortili al programma triennale delle opere pubbliche e al programma biennale degli acquisti di beni e servizi; dalle variazioni di bilancio concernenti il riparto della quota relativa al “fondo povertà”, il fondo di solidarietà comunale per il potenziamento dei servizi sociali e l’ adeguamento del piano finanziario dei conti allo schema di convenzione per il servizio di tesoreria.

Scontro politico e maggioranza a sostegno del sindaco Vincenzo Corbo che vacilla? 

Intanto ci sono in ballo nuovi posti in giunta, uno già vacante a seguito della revoca  dell’assessore DC Gioachino Asti e un altro paio che potrebbero rendersi disponibili in occasione dell’imminente rimpasto. 

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