A Catania, quando tornerà la normalità in aeroporto? E’ la domanda che tutti continuano a porsi, con risposte che arrivano ad intermittenza, riunione dopo riunione. Nella tarda serata di ieri, Sac ha reso noto l’esito dell’ennesimo vertice in Prefettura che ha coinvolto anche Enac, Protezione Civile, il comandante della base di Sigonella Emanuele Di Francesco, gli Enti di Stato e il Comune di Catania.
“E’ stato esaminato lo stato di avanzamento dei lavori per l’ampliamento del terminal C – si legge nella nota – da quando Sac ed Enac hanno avviato le iniziative per aumentarne la capacità operativa. Relativamente alla disponibilità dell’aeroporto di Sigonella ottenuta grazie al presidente della Regione Renato Schifani e confermata ieri pomeriggio, si è in attesa di poter verificare la piena disponibilità anche dell’area terminal, necessaria allo svolgimento delle operazioni. Il tutto, in piena sintonia tra il presidente di Enac, Pierluigi Di Palma, il presidente Schifani, Sac e il Comune di Catania”.
Uno dei problemi da affrontare è relativo ai check in: si svolgeranno a Fontanarossa con successivo trasferimento in bus o si potrà gestire tutta la precedura dall’aeroporto militare americano? A differenza di quanto accaduto nel 2012 durante i lavori di allungamento della pista, questa volta il problema non è relativo al decollo ed all’atterraggio degli aerei, ma all’uso delle strutture aeoportuali per accogliere i passeggeri. Da ieri, grazie al ministro della Difesa Maurizio Crosetto, c’è in campo un nuovo attore: l’Aeronautica militare. Che, per giungere ad un reale giro di boa in tempi, potrebbe allestire in tempi relativamente brevi una tensostruttura direttamente a Fontanarossa, bypassando così il nodo Sigonella. Questa mattina un sopralluogo di Sac, Enac e vigili del Fuoco all’interno dei terminal per verificarne le condizioni. Non è stata resa nota la tempistica prevista per ultimare la bonifica delle aree interessate dall’incendio di domenica sera, affidata in contemporanea a diverse ditte specializzate per poter accelerare la riconsegna dei locali.
Come già ventilato, la Gesap ha ritirato al momento la propria disponibilità alla riprogrammazione dei voli catanesi presso l’aeroporto di Palermo. “Se non ci sarà nuovo personale handling non raccoglieremo altri voli”. Lo ha detto il direttore generale Natale Chieppa della società che gestisce l’aeroporto Falcone e Borsellino. “Con le alte temperature di questi giorni i dipendenti della Gh, l’azienda che gestisce i servizi a terra dello scalo sono allo stremo – aggiunge il direttore generale – i sindacati lo hanno ribadito con più note. Non possiamo non comprendere le giuste rivendicazioni dei lavoratori”. Restano in campo gli aeroporti di Trapani e Comiso.
Viaggiatori ‘dirottati’ dall’aeroporto di Catania in altri scali costretti a spostarsi con propri mezzi, arrivi in ritardo con in volo già decollato e obbligati a fare un altro biglietto, lunghe file e mancata assistenza. Sono le segnalazioni raccolte dal Codacons dopo la chiusura del Terminal A di Fontanarossa per il rogo del 16 luglio scorso. L’associazione di consumatori segnala che utenti “sono stati costretti a spostarsi con i propri mezzi negli aeroporti di Comiso, Palermo e Trapani” perché “il sistema di trasferimento dei passeggeri con navette verso gli scali siciliani che stanno sopperendo all’emergenza pare che sia entrato a regime solo ieri”. Inoltre, “moltissimi dei viaggiatori che sarebbero dovuti partire da Fontanarossa, e che invece sono stati dirottati su altri scali, non hanno ricevuto l’assistenza adeguata”. Anzi, sottolinea il Codacons, “molti hanno ricevuto comunicazione che il loro volo sarebbe partito da altro aeroporto, diverso da quello di Catania, solo qualche ora prima del decollo, e hanno perso il volo e sono state obbligate ad acquistare dei nuovi biglietti”. “Il danno per questi viaggiatori, quindi, è stato doppio – dice l’avvocato Bruno Messina, vice presidente regionale dell’associazione – e il Codacons, dopo aver presentato esposto alla Procura di Catania ed essersi costituito parte offesa, annuncia oggi l’istituzione del ‘Comitato utenti vittime caos aeroporti Sicilia’ per fornire assistenza legale ai viaggiatori in caso di qualsiasi criticità connessa alla chiusura dell’aeroporto Fontanarossa”. Il Codacons riporta un caso emblematico. Una viaggiatrice, paziente oncologica residente a Ravenna, sarebbe dovuta partire da Catania per Bologna con un aereo previsto, prima del rogo del Terminal A di Fontanarossa, alle 16, ma il volo è stato dirottato a Comiso, e il bus per lo scalo ragusano è partito alle 11.30 dal capoluogo etneo. L’aereo è partito alle 21.30 dal Pio La Torre, ma la viaggiatrice, che doveva rientrare per sottoporsi a una seduta di chemioterapia, ha avuto difficoltà anche a comprare dell’acqua. “Durante l’attesa – afferma l’associazione di consumatori che ha ricevuto la segnalazione – la signora ha tentato di acquistare una bottiglietta d’acqua al bar interno all’aeroporto ma era costretta ad attendere a lungo il proprio turno in quanto erano in fila ben 857 persone. Inoltre all’interno dell’aeroporto non c’erano né aria condizionata né scale mobili, causando grande disagio. Con il passare delle ore le persone aumentavano riempendo l’aeroporto sempre di più e l’assistenza ai passeggeri totalmente assente. La Protezione civile ha allestito all’esterno un gazebo per fornire non bottigliette d’acqua, ma bicchieri d’acqua, ma anche in questo caso la fila e il caldo non rendevano agibile la fruizione all’esterno”.
“L’incendio, di natura ancora da accertare, di una zona del terminal principale dell’Aeroporto Internazionale “Vincenzo Bellini” di Catania, ha determinato la temporanea chiusura dell’Aeroporto internazionale e la cancellazione o la deviazione dei voli di linea da e per la città di Catania e sta causando notevole stress a residenti e turisti con la crisi del trasporto aereo in Sicilia, più intensa degli ultimi anni, una crisi particolarmente marcata, perché siamo in piena stagione turistica e con un boom di presenze nell’isola, ma anche per l’oggettiva fragilità e obsolescenza delle infrastrutture siciliane. Il Dipartimento Regionale Maxi–Emergenze della Democrazia Cristiana è stato attivato e sta monitorando l’evento con il suo team di esperti.” Lo scrive in una nota Maurizio Di Piazza, Responsabile in Sicilia del dipartimento democristiano.
“La Democrazia Cristiana è totalmente solidale al Presidente Schifani che sta efficacemente coordinando la task force che gestisce l’emergenza, convinti dell’importanza della prevenzione, i democristiani forniranno il loro contributo con una rosa di proposte focalizzate sulle fasi di previsione e prevenzione delle emergenze, analizzando gli eventi che possono impattare sugli hub aeroportuali e portuali in Sicilia che, in un territorio come quello siciliano, possono avere rilevante impatto sull’economia siciliana rischiando altresì di minacciare la sicurezza e l’incolumità pubblica e privata”.
“L’emergenza provocata dall’incendio nell’aerostazione di Catania ha messo in evidenza gravi criticità che già si erano riproposte a ogni eruzione di cenere lavica. In Sicilia, pur in presenza di due scali internazionali, due nazionali e due minori, centri di interesse e certa politica locale hanno negli anni impedito di creare un sistema regionale a regia unica, in grado di migliorare ricettività e competitività del trasporto aereo dell’Isola, nonché di gestire situazioni del genere. È difficile per un viaggiatore spostarsi da un aeroporto all’altro in caso di voli dirottati, per l’assenza di una rete di interconnessioni e collegamenti diretti. Fontanarossa non ha più condizioni infrastrutturali, tecnologiche e gestionali adeguate al ruolo che rivendica di hub del Mediterraneo, va ripensato all’interno di un rafforzato sistema regionale adeguato alla domanda di trasporto correlata all’innegabile ruolo assunto dalla Sicilia nel panorama turistico internazionale”. “Da componente della commissione Trasporti del Parlamento europeo, assieme a Lega e Gruppo Id, avevamo evidenziato, nell’ambito della revisione del regolamento delle reti transeuropee di trasporto Ten-T, la necessità di elevare a livello “core” l’aeroporto di Catania e di potenziare il ruolo di Trapani e Comiso perché diventato fondamentale nella logica di una risposta unica regionale alla crescente domanda di trasporto aereo. È stato approvato un mio emendamento per rafforzare la rete viaria e ferroviaria nella Sicilia meridionale per collegare questi territori e anche in funzione della necessaria realizzazione dell’aeroporto di Agrigento, divenuto essenziale per garantire diritti e continuità territoriale ai cittadini della fascia centro meridionale della Sicilia, su cui dovremmo lavorare tutti insieme in vista di Agrigento capitale della cultura 2025, considerata la solidità dei dati dello studio di pre-fattibilità. La sinistra nei precedenti governi nazionali, succube dei centri di potere locali, non solo ha condannato Trapani e Comiso all’attuale irrilevanza, ma ha anche ritardato il più possibile la realizzazione di collegamenti diretti fra gli aeroporti della Sicilia. Opere che solo ora, con l’arrivo del centrodestra al governo e di Matteo Salvini al ministero delle Infrastrutture, sono diventate progetti, finanziamenti e cantieri. Anni persi in materia di strade, autostrade, porti, ponti e ferrovie, che adesso intendiamo recuperare, avendo già aperto cantieri per 30 miliardi di euro per colmare le lacune attuali provocate dalla sinistra in Sicilia”. “Bene ha fatto il governatore Schifani a intervenire nella gestione dell’emergenza ottenendo l’utilizzo dello scalo di Sigonella, che va attivato senza indugio, ma è arrivato il momento di affrontare il tema del rilancio degli aeroporti siciliani a lungo termine. E sono certa che il ministro Salvini, come già dimostrato più volte, seguirà con attenzione il dossier, in sinergia con il presidente Schifani e gli assessori alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, e alle Attività produttive, Edy Tamajo, per affrontare urgentemente e con un massiccio intervento complessivo tutte le criticità degli aeroporti dell’Isola, considerati anche i dati sul traffico aereo in forte crescita al 2035. Compresa, di concerto con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, la questione delle Camere di commercio, altro nodo che impedisce con scelte politiche e poco imprenditoriali lo sviluppo della gestione di queste infrastrutture strategiche e fondamentali per sostenere il rilancio del turismo in Sicilia nell’anno del boom di arrivi e presenze di stranieri”.
Così in una nota Annalisa Tardino, eurodeputata siciliana della Lega e commissaria regionale del partito, componente della commissione Trasporti al Parlamento europeo.