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Alta la tensione a Lampedusa. Altre aggressioni a giornalisti, turista fa sciopero della fame. Oltre 1000 migranti sbarcati 

Un giornalista di Italpress e un operatore di Mediaset sono stati aggrediti, nei pressi di molo Favarolo a Lampedusa, dove stavano documentando gli sbarchi di migranti. E’ il secondo episodio che si registra in meno di 24 ore sulla più grande delle isole Pelagie dove  era stata già minacciata e aggredita una troupe del Tg1, anch’essa impegnata nel report sull’immigrazione clandestina.

L’operatore di Mediaset, è stato colpito con un calcio alla schiena, mentre il giornalista di Italpress e AgTw, un lampedusano, è riuscito a schivare una pietra che gli è stata lanciata contro mentre stava salendo in auto. In serata i poliziotti della Squadra Mobile e della Digos, della Questura di Agrigento, hanno identificato i quattro presunti responsabili dell’aggressione. Saranno denunciati alla Procura della Repubblica. 

Oltre mille migranti in 24 ore sbarcati a Lampedusa. Ieri 589 con 14 barchini soccorsi da Guardia costiera e Guardia di finanza. Tante donne con bambini tra i migranti sbarcati stanotte e Lampedusa. Le operazioni di salvataggio sono andate avanti per tutta la notte. Recuperate oltre 320 persone dalle motovedette della Guardia Costiera, a bordo di piccole barche di ferro. Sono tutti molto giovani, sotto i 35 anni provenienti dall’Africa subsahariana. Una donna in gravidanza al sesto mese, tra le circa 80 donne arrivate insieme a 7 minori, 3 bambini di 5 anni, 2 bambini di 3 mesi, e una bambina di pochi giorni. Sono partiti dalla costa tunisina e sono stati recuperati al largo di Lampedusa, dopo le segnalazioni alle autorità da parte di pescherecci che li hanno incrociati nel loro percorso. Alcuni di loro avevano difficoltà a camminare. I migranti, sono stati trasferiti nell’hotspot di contrada Imbriacola, gestito dalla Croce Rossa Italiana, che ha superato già la capienza massima. Durante lo sbarco notturno, altre tre motovedette sono partite dal porto per ulteriori salvataggi, nelle prossime ore faranno rientro con a bordo altre persone. Alcuni migranti hanno raccontato che sarebbero già pronte a partire dalla Tunisia migliaia di persone, complice il bel tempo, previsto nei prossimi giorni. Nessuna tregua dunque per l’isola il cui hotspot resta in affanno. Per la mattinata, con l’obiettivo di alleggerire i padiglioni di contrada Imbriacola, è stato disposto il trasferimento di 350 migranti con la nave di linea Galaxy che giungerà in serata a Porto Empedocle. 

Fa lo sciopero della fame, da ieri, “confinato” sull’isolotto di Lampione, nelle Pelagie, un turista romano, Ciccio Gramasi, che protesta perché, a suo dire, “lo Stato italiano, materialmente, si è dimenticato di una figlia, abbandonandola. Questa figlia si chiama Lampedusa, un’isola favolosa che – spiega attraverso un video postato sui social – subisce da tantissimi anni enormi disagi, iniziando dal dover fare studiare i propri figli a Palermo, Milano, Roma, con costi enormi; dal dover far partorire a Palermocon costi che vanno da 15 a 20 mila euro, a dover pagare 3 euro al litro il carburante, a pagare tutti i beni di prima necessità il triplo rispetto all’Italia per gli enormi costi di trasporto”. Gramasi, esperto di marketing e comunicazione, che da 30 anni visita come turista Lampedusa, ha annunciato che resterà a Lampione fino a quando non verranno trovate delle soluzioni: “Esiste un grosso problema di comunicazione riguardo agli immigrati che in effetti esistono, continuano e continueranno a venire. Però si commette un grande errore: tutte le emittenti televisive – dice Gramasi -, quando parlano di 2mila o 3mila sbarchi, creano un grosso problema a Lampedusa perché la gente si preoccupa di trovare migranti lungo le strade del centro o nei lidi. Io vi dico che materialmente non vedrete mai un immigrato per strada. Lo potete trovare a Milano, Roma, Bologna, a Palermo dove vivono persone che vengono a fare turismo qui e si preoccupano di questa invasione irreale”. Il turista romano ha lanciato un appello al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “La invito a fare un tavolo di trattativa per creare, come dice lei, una barriera navale: si metta una nave a 5 chilometri da Lampedusa, anche vicino a quest’isola di Lampione dove sono io. Il centro operativo deve diventare una nave dove si andranno a smistare i vari documenti dei migranti. Nave che serve per riconoscere i delinquenti, farli sbarcare e riaccompagnarli nel proprio Paese. Dobbiamo obbligare tutte le emittenti televisive – ha concluso – a comunicare in ogni servizio che non c’è un profugo, non c’è un immigrato lungo le strade di Lampedusa o di Pozzallo. Qua c’è soltanto turismo, solo che quest’anno c’è un calo di 150mila turisti perché si preoccupano di questi sbarchi”.

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