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Emergenza Gas: termosifoni giù di un grado e accesi un’ora in meno. Allarme latte  

Temperatura giù di un grado e riscaldamento acceso per un’ora in meno, la sera, a partire da ottobre. E’ l’indicazione, valida sia per le case sia per gli uffici pubblici, arrivata dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani durante il Consiglio dei ministri per fronteggiare l’emergenza gas. E spunta anche l’ipotesi di riduzioni di accensione riscaldamento ancora più forti nelle aree con clima mite. Il ministro ha poi annunciato che la prossima settimana sarà varato dal governo un ampio piano di sostegno per le imprese, precisando che sarà abbassato il costo dell’energia.  L’ipotesi di tagli più forti sul riscaldamento riguarderebbe le aree a clima più mite dove, nella prossima stagione invernale, i termosifoni potrebbero essere accesi fino a due ore in meno e fino a due gradi in meno rispetto agli anni passati. E’ una delle ipotesi allo studio di Cingolani, che sta predisponendo il piano di risparmio energetico a fronte di razionamenti di forniture di gas e per contenere i consumi. In questo caso si tratterebbe di un suggerimento che verrebbe dato ai cittadini. 

Il piano per far fronte al caro bollette, ha sottolineato ancora il titolare del Mite, “non prevederà solo il risparmio” sul gas, con le nuove regole indicate per l’utilizzo degli impianti di riscaldamento. Ci saranno anche altri canali su cui si farà leva per cercare di limitare i danni dell’emergenza gas. 

Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato che in Cdm “arriverà il decreto per calmierare l’aumento dei prezzi delle bollette”. E ha spiegato: “E’ un intervento necessario per supportare nell’immediato le nostre famiglie, ma bisogna lavorare per ottenere il tetto massimo al prezzo del gas, in modo da fermare le speculazioni russe e bloccare gli aumenti delle bollette anche nel lungo periodo”. 

A fronte dell’incremento dei costi energetici scatta anche l’allarme latte: il prezzo potrebbe superare i due euro al litro secondo Granarolo e Lactalis che, in un comunicato congiunto, espongono all’attenzione del governo “la forte preoccupazione per un’inflazione galoppante che da 12 mesi colpisce l’agroalimentare italiano e in particolare il settore lattiero caseario. Occorre un intervento pubblico che scongiuri conseguenze ancora più disastrose per le migliaia di persone che compongono la filiera”. 

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