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Favara, 25 anni fa la mafia uccideva Stefano Pompeo, sindaco: Se pensate di avere dignità parlate! 

Il sindaco di Favara, Antonio Palumbo: “Venticinque anni non sono bastati per onorare il piccolo Stefano Pompeo con la cosa che più di ogni altra gli si deve: il coraggio della verità.

La verità sui mandanti di quell’agguato e sui responsabili di quei fatti che lo hanno strappato ad una vita che sarebbe potuta essere ricca, lunga, felice. 

Mi rivolgo a chi sa: se pensate di avere una dignità, e non l’avete, parlate. Non vi riscatterà per ciò che avete fatto, o per quello che avete nascosto, ma lo dovete a Stefano, ai suoi genitori, a tutti coloro che lo hanno amato.

Lo dovete anche a questa città, perché non sia più associata all’omertà, alla mafia, alla morte.”

Stefano Pompeo, quasi dodicenne, fu ucciso  il 21 aprile del 1999, da un commando mafioso, tra Favara e Villaggio Mosè. Il bambino fu raggiunto da alcuni colpi di fucile sparati contro la jeep su cui stava viaggiando insieme al papà. Una ferita sempre aperta per l’intera comunità favarese. Sono passati 25 anni e ad oggi, per quell’omicidio, la Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha inviato gli avvisi di garanzia a tre persone, Vincenzo Quaranta e i fratelli Pasquale e Gaspare Alba, già coinvolte nell’operazione “Fratellanza”. I magistrati della Dda e gli investigatori agrigentini, da tempo stanno riannodando le fila di un’intricata matassa difficile da dipanare ripartendo dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giuseppe Quaranta e Maurizio Di Gati, con quest’ultimo che ha vissuto da protagonista ed in prima persona tutti gli avvenimenti mafiosi del dopo delitto.

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