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Canicattì, inchiesta “Ianus”, Alaimo: Estraneo ai fatti, sono sereno! 

Il vicepresidente del consiglio comunale di Canicattì, Giuseppe Alaimo dichiara tramite il proprio legale di fiducia, l’avvocato Giacinto Paci: “Abbiamo appreso solo dagli organi di informazione dell’indagine. Sono stupito, non ho ricevuto nessun provvedimento, quindi non conosco la portata delle accuse.  Dopo avere preso visione degli atti sarò disponibile a dare il mio contributo per accertare la verità e chiarire la mia posizione. Ho fiducia nella giustizia e ho l’animo sereno, perché dimostrerò la mia completa estraneità ai fatti”. In via cautelare Alaimo che lo scorso ottobre è stato eletto presidente provinciale della Democrazia Cristiana si è autosospeso dagli organi di partito. 

Giuseppe Alaimo, 29 anni, risulta indagato per traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa, nell’ambito della maxi inchiesta “Ianus”, l’operazione della polizia di Stato e della Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta che è sfociata in 55 misure cautelari facendo luce sulle dinamiche di Cosa nostra e Stidda di Gela. Il consigliere e vice presidente del consiglio comunale Alaimo, in quota Democrazia Cristiana, è alla sua seconda esperienza all’interno del Consiglio comunale di Canicattì. Il giovane politico è cugino di Gioacchino Giorgio, 37 anni, finito in manette. I fatti contestati risalgono al 2019. Alaimo è accusato di aver acquistato cocaina, al fine di farne cessione a terzi, da Mirko Rapisarda e Giuseppe Pasqualino, considerato il luogotenente del nuovo reggente del clan Rinzivillo, Giuseppa Tasca. In una intercettazione del 18 maggio 2019 tra lo stesso Rapisarda e Pasqualino con quest’ultimo che rammenta al primo di un ammanco di 500 euro ma questi gli dice che non deve tenere conto delle “tri, quattru rote di chiddu”, e cioè della partita di droga consegnata ad Alaimo.

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