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Tentato omicidio di un ristoratore di Porto Empedocle: una condanna e un’assoluzione

I giudici della Corte di Appello di Palermo, hanno in parte riformato la sentenza del processo scaturito dall’agguato ai danni del ristoratore Saverio Sacco, di Porto Empedocle, avvenuto il 28 aprile del 2017 a Grace Hollogne, in Belgio, a colpi di pistola. La condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione, per tentato omicidio, è stata inflitta al mancato collaboratore di giustizia Mario Rizzo, 37 anni, di Favara. L’altro imputato, Gerlando Russotto, 34 anni, anche lui di Favara, cognato di Rizzo è stato invece assolto dall’accusa di detenzione di armi e ricettazione (in primo grado era stato condannato a 1 anno e 10 mesi di reclusione). Rizzo, che si era autoaccusato della vicenda, per questi fatti non è stato sottoposto ad alcuna misura cautelare e da alcune settimane risulta irreperibile. Il processo di appello si è, comunque, concluso e i giudici hanno accolto il ricorso del difensore di Russotto, l’avvocato Salvatore Cusumano. Rizzo è assistito dall’avvocato Ninni Giardina. Il 2 agosto del 2018 erano scattati gli arresti in seguito alle dichiarazioni dello stesso falso pentito. Il favarese si autoaccusò del tentato omicidio in Belgio, tirando in ballo il cognato e l’empedoclino Salvatore Prestia. Proprio quest’ultimo, cognato del boss Fabrizio Messina, sarebbe stato il mandante dell’agguato in quanto Sacco, secondo la sua iniziale versione, aveva subito una perquisizione della polizia belga e avrebbe raccontato dei suoi sospetti su Prestia, ritenuto l’autore della denuncia. Secondo il racconto di Rizzo, il progetto era quello di gambizzarlo ma non ci sarebbe stata l’intenzione di ucciderlo.

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