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Gaetano Aronica presenta la stagione “Palacongressi Festival 2024” del Parco Archeologico.

IL PARCO ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO VALLE DEI TEMPLI LANCIA UNA STAGIONE DI TEATRO, CABARET E CINEMA D’AUTORE GRAZIE ALLA DIREZIONE ARTISTICA DI GAETANO ARONICA

Agrigento città d’arte. Agrigento capitale della Cultura 2025. La meraviglia di una città unica al mondo continua a splendere di luce “rinnovata”.  Quest’ultima, più che una affermazione vuole essere un auspicio. La “pulcherrima” città di Agrigento ha tutte le carte in regola per essere una “capitale” in cuntinuum… Le sue risorse naturali, storiche, artistiche si uniscono a quelle umane di indiscusso valore che, a volte, non vengono “valorizzate” da che gestisce le “cose”.

Fatta questa dovuta premessa dobbiamo constatare con grande gioia e ammirazione che il Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi è un esempio illuminato che ci fa sperare in un futuro degno proprio della nostra amata Agrigento. L’avere affidato la direzione artistica del Festival Palacongressi ad un uomo di cultura e di teatro figlio i questa nostra terra è indice di intelligenza che contribuisce a dare lustro proprio alla nostra città. Gaetano Aronica mette in atto la sue esperienza “in campo” ed esordisce nel migliore dei modi: “Quando il Direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, l’Architetto Roberto Sciarratta, che ringrazio sentitamente, mi ha parlato del suo progetto, ho ritenuto di dover puntare in alto, non solo per il prestigio della carica da lui assegnatami, ma anche per la grande possibilità che mi è stata data, di potermi mettere al servizio della mia città e del mio territorio in un momento delicatissimo ma anche carico di entusiasmo per l’imminente 2025, anno in cui Agrigento diventerà Capitale Italiana della Cultura”.  

Subito si mette in moto una macchina ben congegnata che riesce ad elaborare un cartellone di tutto riguardo. Ad aprire la stagione, dopo un “proemio” affidato a Valentina Persia il 27 gennaio con “Ma che ridi”, si inizia con un grande appuntamento che onora la nostra realtà: il grande Fabrizio Giffuni reduce dai prestigiosi David di Donatello e Nastro d’Argento porta in scena il 31 gennaio “Con il vostro irridente silenzio” – studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro. “Fabrizio Gifuni, famosissimo per essere stato uno dei protagonisti della <Meglio Gioventù>, non ha mai recitato ad Agrigento -dice con orgoglio Gaetano Aronica- e viene, per la prima volta, in esclusiva, per una sola serata, al PALACONGRESSI, così come il duo Pasotti/Gassman.” L’8 febbraio infatti è previsto “Racconti Disumani” con Giorgio Pasotti e Alessandro Gassmann. La stagione continua il 3 marzo con Teo Mammuccari e il 19 marzo con il musical Peter Pan realizzato sulle musiche di Edoardo Bennato con un Giò Di Tonno nel ruolo di Capitan Uncino.

Il 4 aprile Un omaggio a Franco Battiato con Andrea Scanzi. “Questo spettacolo sta riscuotendo enorme successo -afferma Gaetano Aronica- un po’ dappertutto, Scanzi è polemista sottile, amatissimo e temutissimo, in ogni caso una voce che vale la pena ascoltare, attenta all’attualità, ai fenomeni di costume, alle contraddizioni dei politici, mai banale, spesso sorprendente.”

Oltre il cartellone teatrale il Palacongressi viene finalmente fatto rivivere con una interessante “L’isola a tre punte. Cinema e paesaggio” rassegna cinematografica curata da Beniamino Biondi che prevede la proiezione dei seguenti film alle ore 18, ad ingresso gratuito:

Il 25 gennaio “Il regista di matrimoni”, regia di Marco Bellocchio, 2006,

Il 1° febbraio “Perdutoamor”, regia di Franco Battiato, 2003.

Il 15 febbraio “Caro Diario”, regia di Nanni Moretti, 1993.

Il 29 febbraio “Biagio”, regia di Pasquale Scimeca, 2014.

Il 7 marzo “L’uomo delle stelle”, regia di Giuseppe Tornatore, 1995.

Il 21 marzo “Salvatore Giuliano”, regia di Francesco Rosi, 1962.

Il 4 aprile “Respiro”, regia di Emanuele Crialese, 2002.

Il 18 aprile “Il sasso in bocca”, regia di Giuseppe Ferrara, 1970.

Il 2 maggio “Sicilia!”, regia di Jean-Marie Straub, 1999.

(Calogero La Vecchia)

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