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Camastra. Cassazione rigetta ricorso di Calogero Piombo, cassiere della cosca mafiosa, la condanna non si tocca

La Cassazione ha ritenuto inammissibile anche il nuovo ricorso di Calogero Piombo, 72 anni, di Camastra, condannato perché ritenuto il «cassiere» della cosca mafiosa. I suoi legali hanno ipotizzato degli errori giudiziari, ma la Suprema Corte non ha accolto l’istanza. Piombo dovrà quindi continuare a scontare la pena residua – essendo stato riconosciuto colpevole dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentativo continuato di estorsione in concorso e rapina aggravata dal metodo mafioso – per la quale un anno fa era tornato in carcere.

Piombo in precedenza era sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Arrivata nel gennaio 2023 la condanna in via definitiva, dalla Corte di Cassazione, per i reati commessi a Camastra dal 2012 al 2016, l’uomo era stato bloccato dai carabinieri e, dopo le formalità di rito, accompagnato alla casa circondariale Pasquale Di Lorenzo di Agrigento.

La condanna definitiva dell’anno scorso, per i quattro imputati del processo scaturito dall’inchiesta Vultur che ipotizzava la riorganizzazione delle famiglie mafiose di Canicattì e Camastra attraverso due boss esperti che erano tornati operativi dopo le precedenti condanne, era arrivata venerdì 13 gennaio 2023. Il verdetto era stato emesso dalla Cassazione, che aveva rigettato i ricorsi della difesa. Diciassette anni e 6 mesi di reclusione erano stati inflitti a Rosario Meli, ritenuto il capo della famiglia di Camastra e personaggio principale dell’inchiesta; 14 anni e 6 mesi al figlio Vincenzo, accusato di avere gestito gli affari della famiglia di Cosa Nostra in paese e 13 anni; 6 mesi al tabaccaio di Camastra Calogero Piombo, ritenuto appunto il «cassiere» della cosca. All’interno del suo negozio, secondo quanto ha accertato il processo, si sono tenuti summit di Cosa Nostra e sarebbero stati spartiti i proventi delle estorsioni. Ventidue anni, in continuazione con altre due condanne precedenti, erano stati inflitti, infine, a Calogero Di Caro, già condannato in passato per mafia e ritenuto il nuovo capomafia di Canicattì. L’unico ordine di carcerazione emesso dal tribunale di Agrigento, perché appunto il settantenne era agli arresti domiciliari, fu quello a carico di Calogero Piombo, eseguito dai carabinieri della stazione di Camastra, coordinati dalla compagnia di Licata.

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