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5 operai morti uno dietro l’altro calandosi in un tombino, Idrogeno solforato: il gas killer 

Una strage più che un incidente sul lavoro, nel palermitano, a Casteldaccia. Sono rimasti coinvolti sette operai che stavano effettuando alcuni lavori di manutenzione nell’impianto di sollevamento di acqua reflue dell’Amap sulla statale 113: in cinque hanno perso la vita. Sarebbero rimasti intrappolati nella vasca di depurazione. L’intervento era stato affidato all’Amap e a una ditta esterna.

Ad un certo punto alcuni di loro hanno cominciato ad accusare malori, verosimilmente a causa di una intossicazione da idrogeno solforato che provoca irritazioni alle vie respiratorie e soffocamento. Uno di loro, rimasto all’esterno, ha lanciato l’allarme non vedendo tornare indietro i colleghi. Sul posto sono arrivate diverse ambulanze del 118 e le squadre dei vigili del fuoco dei distaccamenti di Brancaccio e Termini Imerese, con il supporto della squadra speleo alpino fluviale, dei sommozzatori e del nucleo Nbcr. 

Questi i nomi delle cinque vittime: Epifanio Assazia, 71 anni, che dovrebbe essere il contitolare della ditta Quadrifoglio; Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, di 50 anni, Ignazio Giordano, di 59 anni e Giuseppe La Barbera.

Un sesto operaio, in condizioni disperate, è stato trasportato in ospedale con l’elisoccorso, un altro è invece rimasto illeso. Sul posto, oltre alla polizia, anche i tecnici dello Spresal.

Tre delle vittime, svenute per le esalazioni all’interno delle vasche di sollevamento della rete fognaria e poi decedute a Casteldaccia sono state recuperate dai sommozzatori dei vigili del fuoco. Sei dei sette operai coinvolti lavoravano per una ditta che operava per conto dell’Amap, la municipalizzata che gestisce la rete idrica e fognaria a Palermo e in 53 comuni della provincia. La municipalizzata, a corto di personale, da anni ha ormai esternalizzato alcuni servizi e utilizza o operai di ditte private o lavoratori interinali in attesa di terminare le procedure di concorso per nuove assunzioni pendenti dal 2022.

«L’Amministrazione comunale di Casteldaccia esprime il proprio dolore per la tragedia che sta sconvolgendo la nostra comunità in questa triste giornata. Condoglianze alle famiglie degli operai deceduti». Lo si legge in un post su Facebook del Comune in provincia di Palermo.

Sul luogo della strage è arrivata l’assessore regionale al Lavoro Nuccia Albano. Sul posto anche il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto

Gli operai secondo una prima ricostruzione, sono morti uno dietro l’altro calandosi in un tombino dell’impianto fognario, che si trova sotto la cantina Duca di Salaparuta. 

Dopo che il primo operaio è rimasto nel sottosuolo senza venir fuori, gli altri si sono calati per capire cosa stesse succedendo. Il settimo componente della squadra, non vedendo uscire i colleghi, ha dato l’allarme. Quattro vittime sono operai della Quadrifoglio di Partinico, tra di loro figurerebbe anche il titolare della ditta; il quinto è un lavoratore interinale dell’Amap.

«Perché si possa porre un freno a questa costante tragedia è necessario un cambiamento culturale: non sappiamo cosa sia successo di preciso a Palermo in questa ennesima tragedia, le indagini e gli esperti lo chiariranno, ma intanto cinque esseri umani oggi hanno perso la vita», e ciò «pare sia dovuto alla presenza di idrogeno solforato, un gas per il quale esiste ampia bibliografia e documentazione che ne esprimono la pericolosità e la tossicità, non si sta parlando di un gas sconosciuto, o imprevedibile». Ad affermarlo la presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei fisici e dei chimici Nausicaa Orlandi sull’incidente di Casteldaccia, esprimendo «cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime di questa ennesima ed inaccettabile tragedia sul lavoro» «La Federazione – prosegue – in più occasioni ha fatto presente al governo della necessità di qualificare chi possa effettuare valutazioni di rischio di esposizione ad agenti chimici nei luoghi di vita e di lavoro, proprio per tutelare il lavoratore e la collettività da rischi di morte, infortunio, malattia professionale, esplosione» ed è «importante conoscere le dinamiche degli agenti chimici e delle reazioni che possono avvenire per evitare di segnare la vita delle persone e delle loro famiglie. Agenti chimici, agenti cancerogeni e mutageni, agenti tossici per la riproduzione meritano un’attenzione particolare, perché la vita è un bene inestimabile e va tutelata, e per fare questo serve necessariamente la competenza», sottolinea ancora. Pertanto, si «auspica caldamente che il Legislatore, di fronte all’ennesima tragedia prenda in seria considerazione la necessità di richiamare il mondo industriale ad affidarsi a professionisti chimici per valutare la salubrità dei luoghi di lavoro, degli spazi confinati, o sospetti di inquinamento prima che in essi accedano operatori a qualunque titolo», chiosa Orlandi.

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