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Delia si stringe con amore all’Arciprete Don Carmelo Carvello, costretto ad un anno sabbatico dal vescovo 

Tutta la comunità di Delia si è stretta in un forte abbraccio attorno all’arciprete Don Carmelo Carvello, il quale da giorno 27 sarà costretto a un anno sabbatico, per ordine ricevuto dal vescovo di Caltanissetta Monsignor Mario Russotto. 

Le motivazioni non del tutto chiare, le modalità e la decisione drastica hanno fatto discutere, creando disorientamento, stordimento, rabbia e amarezza in tutti coloro che hanno trovato in Don Carmelo un punto di riferimento, un sorriso, una parola di conforto e l’amore incondizionato che solo lui sa dare, portando Gesù Cristo ovunque, dentro la chiesa e fuori dalle mura di questa. 

Un sacerdote che ha incarnato il vangelo andando per le strade, praticando la povertà, stando con la gente, ascoltando tutti, frequentando drogati, ex carcerati, poveri, malati, gli ultimi della terra, a qualsiasi ora del giorno e della notte, mettendo sempre il prossimo al primo posto. “Peccatori” o non, di chiesa o non, arrivando anche a TUTTI coloro che sono lontani dalla chiesa o addirittura atei.

 È stato in missione in Africa(Uganda) dove ha costruito una sede missionaria, l’asilo e il dormitorio per i bambini, in Brasile, Perù e tra le prossimissime tappe, Albania e India. 

Un sacerdote tra la gente, con la gente e per la gente. Ieri domenica 29 ottobre, 

per la messa delle 18, al suono della campana che segnala l’inizio della celebrazione, a sua insaputa, si è spalancato il portone principale della chiesa e tutta la sua comunità ha partecipato alla messa dalla Piazza Madrice, come simbolo della “CHIESA IN USCITA” predicata e praticata da don Carmelo, in piena sintonia con Papa Francesco, fino a quando gli è stato permesso dal suo vescovo. Presenti persone di ogni razza, cultura, religione, credo, stile di vita. 

Rimangono rabbia e amarezza, ma Delia ha voluto dare a tutti costi al suo “piccolo-grande padre”, come si fa chiamare lui, un po’ dell’amore che lui ha dato al suo popolo.

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