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Operazione antidroga Vallone, annullata ordinanza a carico di favarese

La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del tribunale del Riesame di Caltanissetta nei confronti di Calogero Luca Lauricella, sessantenne favarese, arrestato nel marzo scorso nell’inchiesta su un traffico di sostanze stupefacenti che ha interessato Mussomeli e le zone del Vallone. Accolto il ricorso della difesa, sostenuta dall’avvocato Giuseppe Barba, sia sul reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti – con il ruolo di fornitore contestato al favarese – sia sull’insussistenza delle esigenze cautelari. L’operazione Vallone scatta nel marzo scorso e, su provvedimento del gip Graziella Luparello, sfociò in 15 arresti. L’ordinanza fu confermata dal tribunale del Riesame che aveva confermato la custodia cautelare in carcere. Adesso arriva la decisione della Cassazione che spedisce gli atti al tribunale della Libertà che si dovrà nuovamente pronunciare sul doppio annullamento. L’intera inchiesta nasce dalle indagini condotte dal N.O.R.M. – Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Mussomeli tra ottobre 2019 e giugno 2020 che ha permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti operante in Mussomeli e nei territori limitrofi.

L’attività dei carabinieri prende spunto dalle risultanze investigative del R.O.S., che nell’indagine “Gallodoro” aveva concentrato la propria attenzione sulla figura di Claudio Rino Di Leo, anche per reati in materia di stupefacenti. Le prime indagini si concentravano su tre soggetti (Angelo Favata, Gian Luca La Mattina e Giuseppe Malta), vicini al Di Leo, che si riteneva fossero operativi nel traffico di sostanze stupefacenti nella zona del Vallone, anche in conseguenza del vuoto venutosi a creare con la precedente operazione di polizia. Ben presto dalle indagini emergeva il ruolo di primo piano di altri due soggetti, Antonio Maniscalco (già segnalato dal R.O.S. nell’ambito della precedente indagine e rispetto al quale risultava provato che in più occasioni avesse acquistato stupefacente dal Claudio Rino Di Leo che lo teneva molto in considerazione) e Federico Lo Manto, uomo di assoluta fiducia del primo.

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