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Lampedusa: Arrestati 4 migranti, hotspot al collasso

La squadra mobile della questura di Agrigento ha arrestato 4 immigrati sbarcati a Lampedusa. Gli stranieri nonostante un decreto di respingimento sono tornati in territorio italiano sbarcando nell’isola delle Pelagie.

Su disposizione del pm di turno di Agrigento, i quattro si trovano ai domiciliari nell’hotspot di contrada Imbriacola.

Non si fermano gli sbarchi a Lampedusa e l’hotspot nell’isola delle Pelagie è di nuovo sotto stress. Nella struttura di primissima accoglienza stamattina c’erano oltre 1.200 persone, a fronte delle 400 per cui è stato realizzato. La Prefettura di Agrigento ha avviato un piano per alleggerire la pressione, anche in vista di probabili ulteriori arrivi: 500 sono stati trasferiti su nave Cassiopea della Guardia Costiera, che fa rotta verso Augusta e Catania, e altri 338 sono stati imbarcati sul traghetto di linea Galaxy per Porto Empedocle. Intanto altri 109 migranti sono stati bloccati dalle motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di Finanza mentre facevano rotta verso Lampedusa. Erano su due imbarcazioni: sulla prima c’erano 48 persone partite da Sfax, in Tunisia, pagando 2.500 dinari tunisini a testa; sulla seconda erano invece 61 ‘passeggeri’ salpati da Zuwara in Libia, versando 3.500 dollari a persona. Proseguono i soccorsi nel Mediterraneo: tredici persone, compresi due minorenni non accompagnati e due donne, sono state salvate dal team di Medici senza frontiere a bordo della Geo Barents. Uno dei passeggeri, hanno raccontato i superstiti, è caduto in mare durante la traversata. Alla nave della ong è stato assegnato il porto di La Spezia che, contesta Msf, è “distante tre giorni e mezzo di navigazione dalla nostra attuale posizione”. I migranti viaggiavano da tre giorni a bordo su un gommone instabile. Il salvataggio è avvenuto in acque internazionali. Il primo allarme su questa imbarcazione era scattato due giorni fa attraverso Alarm Phone. È attesa per domani mattina, intorno alle otto, al porto di Salerno la nave Aita Mari della Ong Salvamento Maritimo Humanitario che ha raccolto, al largo dell’isola di Lampedusa, 172 migranti. Di questi, tra gli altri, ci sono 81 uomini, 15 donne, 55 minori non accompagnati e quattro bambini e due neonati con familiari. Il Tribunale di Trapani ha rigettato le richieste avanzate dalla Iuventa sulla possibilità di portare davanti a giurisdizioni superiori competenti quelle che la difesa della ong definisce “gravi contraddizioni tra la tutela dei diritti fondamentali e la legislazione italiana, oltre che le direttive europee”. A processo ci sono 10 componenti dell’equipaggio della nave accusati di favoreggiamento illegale dell’immigrazione clandestina. Una prima decisione è stata presa sull’istanza di rimessione alla Corte Costituzionale sulle posizioni espresse dai legali su “gravi violazioni dei diritti garantiti dalla Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue”, e la seconda alla Corte di Giustizia Europea sulla “mancata traduzione della quasi totalità degli atti d’indagine”.

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