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Omceo Agrigento scende in campo: necessario garantire l’incolumità del personale sanitario

L’ennesimo episodio di violenza sui sanitari ripropone il problema mai risolto della tutela del personale

Anche Omceo Agrigento scende in campo per chiedere le opportune soluzioni

volte a garantire l’incolumità di chi lavora per aiutare e salvare vite umane

Pochi mesi dopo la barbara uccisione del cardiologo Alaimo a Favara, si ripropone, forte, il tema della violenza sugli operatori sanitari. Nei giorni scorsi, infatti, è stata aggredita la psichiatra Barbara Capovani alla fine del turno di lavoro all’ospedale Santa Chiara a Pisa e morta dopo due giorni di agonia.

Le aggressioni, la violenza usata a chi spende la propria vita professionale per salvare vite umane, per aiutare gli altri, riporta a galla i problemi mai sopiti di una situazione, quella sanitaria, che grida emergenza, soluzioni, tutela, sicurezza. Ora. Subito.

Affinché mai abbiano a spegnersi i riflettori su un tema scottante, qual è quello della violenza sugli operatori sanitari, l’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) di Agrigento, sarà a fianco della famiglia di Barbara, del presidente Figlini e del Consiglio direttivo dell’Omceo di Pisa e di tutti gli operatori sanitari vittime di violenza con una iniziativa in programma domani, alle 15, nella sede di via Picone dell’Omceo. In tutta Italia, infatti – a seguito della riunione, svoltasi il 28 aprile scorso, del Consiglio nazionale della Fnomceo – nello stesso giorno, gli Omceo promuovono una propria iniziativa affinché tali episodi non abbiano a ripetersi e per accendere i riflettori su un tema mai risolto che costa l’incolumità e, purtroppo, talvolta, anche la vita, agli operatori sanitari.

“Non possiamo restare indifferenti – afferma Santo Pitruzzella, presidente Omceo Agrigento – e inermi innanzi a tanta violenza ai danni di chi, al contrario, lavora per aiutare gli altri. Non ci abitueremo mai a fatti del genere che continuiamo a condannare senza se e senza ma. Domani, ancora una volta, insieme ai medici e agli odontoiatri agrigentini, ci stringeremo attorno alla famiglia di Barbara Capovani e diremo, ancora una volta, No alla violenza chiedendo a chi di competenza di adottare ogni soluzione possibile per tutelare il personale sanitario”.

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