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Donazione di organi, nel ricordo della piccola Marta: Geraci comune più generoso d’Italia

Il presidente della Regione e l’assessore alla Salute esprimono il loro apprezzamento per la sensibilità dimostrata dalla comunità di Geraci Siculo che, secondo il Centro nazionale trapianti, è il comune più generoso d’Italia tra quelli con meno di cinquemila abitanti.

Secondo l’ultima edizione del rapporto “L’indice del Dono”, che analizza i numeri delle dichiarazioni di volontà alla donazione di organi e tessuti registrate nel 2022 all’atto dell’emissione della carta d’identità elettronica, infatti, il comune del Palermitano ha fatto registrare un tasso di consensi del 95,4 per cento. 

Un risultato che per il governo regionale dimostra la sincera e profonda adesione dei cittadini di Geraci Siculo al valore della solidarietà e rappresenta un esempio da valorizzare per diffondere ancora di più la cultura della donazione degli organi nell’Isola. 

L’indice è stato pubblicato in vista della 26ma Giornata nazionale della donazione degli organi che si celebrerà domenica 16 aprile.

«Vogliamo essere un esempio virtuoso». C’è un senso di orgoglio appena contenuto per una «comunità che esprime un forte senso civico» con queste  parole il sindaco Luigi Iuppa accoglie la notizia che Geraci Siculo, piccolo borgo medievale nelle Madonie in provincia di Palermo, è per il secondo anno il comune più generoso d’Italia nella donazione di organi.

Da dove nasce tanta sensibilità? La spinta viene da una storia che ha commosso il paese: il caso di Marta Minutella, una bambina di 11 anni morta improvvisamente nel marzo 2021 per una leucemia fulminante. I genitori, Antonio e Maria Antonietta Bonomo, avrebbero voluto donare gli organi della figlia ma l’espianto venne escluso perché erano stati compromessi dalla malattia. Mamma e papà (lei insegnante di matematica, lui titolare di un’azienda zootecnica) vollero comunque firmare il consenso come un atto simbolico. Il dolore della famiglia alimentò così una cultura della donazione che per Geraci Siculo è diventata, dice Iuppa, una nuova «buona pratica»: un altro capitolo della lunga storia di un borgo di appena 1.700 abitanti che nel Medioevo è stato la roccaforte politica della potente famiglia dei Ventimiglia. Di quel passato si conservano le testimonianze artistiche e architettoniche, la struttura urbanistica e la tradizione cavalleresca della giostra dei Ventimiglia. Al fondo di questo patrimonio storico ci sono una testimonianza culturale che ha dato vita a una vivace casa editrice, Arianna, e uno spiccato senso civico di cui il sindaco è molto orgoglioso. La storia delle donazioni, partita con la morte fulminante di Marta, è diventata una cultura condivisa e sentita di cui il Comune si è fatto promotore.

«Il nostro ufficiale di stato civile – racconta Iuppa – si ritrova un facile consenso tutte le volte che, rilasciando una carta di identità, chiede al cittadino se è disposto a donare i propri organi. E così si raggiungono cifre che superano il 90 per cento dei casi». A spingere le adesioni contribuiscono, oltre al ricordo commosso di Marta, alla quale è stato intestato un parco inclusivo, anche le iniziative pubbliche che vengono promosse dal 2021. Il programma di quest’anno prevede il 15 aprile, nel convento degli Agostiniani del XVII secolo, un convegno sulle donazioni. Il titolo riprende l’idea che in questo campo «anche al Sud si può». Il 16 aprile allo stadio della Santissima Trinità, dove ogni anno si svolge la giostra dei Ventimiglia, si giocherà una partita del cuore tra la nazionale dei trapiantati e la squadra del Geraci che milita nel campionato siciliano di eccellenza. «Siamo piccoli – commenta il sindaco – ma abbiamo uno sguardo lungo».

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