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San Cataldo. Colpito da ischemia, per una visita neurologica deve attendere l’1 febbraio 2023

Di Danila Bonsangue.
Beniamino Caramanna di San Cataldo afferma: Più tempo passa e più mi convinco che essere Italiano, Siciliano e forse anche della provincia di Caltanissetta è una vera e propria vergogna. Anche la Cosa pubblica pur di fare cassa, disattende alle leggi prioritarie dello stato Italiano. Mio nipote circa 9 mesi fa è stato colpito da una bruttissima ischemia, è stato ricoverato per più di 2 mesi all’ospedale Sant’ Elia  di Caltanissetta,  devo anche dire che è stato attenzionato con celerità e altissima professionalità, anzi colgo l’occasione per potere ringraziare gli specialisti che si sono presi cura di mio nipote. Purtroppo però è rimasto “paralizzato” nel lato destro e ha scarsissima funzionalità del lato sinistro.

Dopo un periodo di circa 6 mesi in un centro altamente specializzato è stato riportato a casa. Il primo problema riscontrato, è stato quello che per avere i presidi che toccano per legge, abbiamo dovuto attendere ritardi di 30/40 giorni, ma ci dicevano che questi sono i tempi tecnici (belle parole che oggi tanta gente si mette in bocca). Altro grave problema quello che sta avvenendo oggi! Considerate le bruttissime condizioni in cui si trova mio nipote, anche nell’ impossibilità di essere trasportato, per le sue molto precarie condizioni,  motorie e psichiche, dietro presentazione di ricetta medica per una visita domiciliare neurologica con tanto di sovrapposizione “URGENTE”,  la visita viene prenotata a Gela per il giorno 1 del mese di febbraio 2023.

Altra alternativa, per una cosa velocissima   in “intramoenia” è quella di pagare. 

Considerato che mio nipote è un invalido al 100% , constatato e dichiarato da un ente pubblico, ritengo, che per questo tipo di pazienti che oggi ci sono e domani non si sa, debba esserci una qualche corsia preferenziale. 

Mi aspetto una risposta dai dirigenti del S.Elia per capire se è una situazione normale  e se questo succede per mancanza di medici o per dare l’opportunità a qualche medico e alla stessa struttura di fare cassa.

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