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Ucciso un bracciante agricolo di Palma di Montechiaro 

Omicidio in contrada Cipolla tra Palma di Montechiaro e Licata. La vittima è Angelo Castronovo, 65enne bracciante agricolo di Palma di Montechiaro che viveva a Licata dallo scorso marzo. L’uomo è stato assassinato con diversi colpi di arma da fuoco mentre si trovava a lavorare in campagna.

Dopo sei mesi di carcere e un anno di arresti domiciliari, era tornato in libertà. Era stato arrestato, dalla squadra mobile, il 30 luglio del 2020, nell’ambito dell’inchiesta su una faida, che avrebbe provocato due omicidi come conseguenza del furto di un trattore. A ritenere affievolite le esigenze cautelari era stata la Corte di assise di Agrigento.

Sul posto i carabinieri della Compagnia di Licata e della stazione di Palma di Montechiaro ed il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento, Giulia Sbocchia, tutti coordinati dal procuratore capo facente funzioni, Salvatore Vella.

Non ha avuto scampo Castronovo che, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, si è accorto dell’arrivo dei sicari ed ha tentato una fuga tanto disperata quanto vana.

L’uomo, che era a bordo di un camion e stava effettuando dei lavori, ha cercato di fuggire tentando di raggiungere la strada statale. Ma è stato freddato con più colpi di arma da fuoco, almeno cinque, appena ha raggiunto e superato il guard rail. L’ultimo colpo gli è stato sparato alla tempia: una vera e propria esecuzione. Il suo corpo è stato notato da un contadino che ha subito avvertito i carabinieri.

Castronovo era conosciuto in paese come trafficante di armi che agevolmente, con l’aiuto di alcuni suoi fidati collaboratori, riusciva ad importare dall’estero, era stato rinviato a giudizio per dodici ipotesi di detenzione e porto illegale di armi. A Palma il 9 novembre del 2015 e il 22 agosto del 2017 furono messi a segno due agguati. In uno fu ucciso Enrico Rallo, trentanovenne colpito da numerosi colpi di arma da fuoco nei pressi di un bar. Coinvolti nell’omicidio, secondo la Procura, sarebbero stati lo stesso Castronovo e Salvatore Azzarello, 37 anni, che è stato, poi, ucciso nel 2017. Castronovo era stato arrestato ed era finito a processo solo per un traffico di armi connesso all’indagine, il gip ritenne, infatti, che non ci fossero gli indizi di colpevolezza per i due delitti, secondo gli inquirenti invece Castronovo aveva fissato l’appuntamento fatale con Rallo nel 2015 non presentandosi e attirandolo nella trappola e quasi due anni più tardi, aveva informato Ignazio Rallo su dove trovare Azzarello. Nel 1991 si salvò miracolosamente in quella che è conosciuta come la “Strage di capodanno”, avvenuta all’interno del “Bar2000” nell’ambito della guerra tra Cosa Nostra e Stidda.
L’omicidio di oggi, anche se non vi sono certezze, potrebbe essere collegato dunque alla faida mafiosa. 

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