Il vice presidente della Regione siciliana, Luca Sammartino, che è anche assessore regionale all’Agricoltura, uno degli esponenti di spicco della Lega in Sicilia, è indagato per corruzione, nell’inchiesta della Procura di Catania su presunte infiltrazioni al Comune di Tremestieri Etneo e il gip ha disposto la sua sospensione per un anno dalle funzioni pubbliche. Luca Sammartino ha anche la delega ai rapporti con l’Assemblea regionale siciliana. È tra i politici più rampanti nell’isola e nelle ultime due elezioni regionali è stato il più votato o tra i più votati in Sicilia. Nella disputa interna alla Lega di qualche mese fa, proprio la corrente Sammartino aveva prevalso rispetto all’ala che faceva riferimento all’eurodeputata Annalisa Tardino poi sostituita alla guida del Carroccio da Claudio Durigon. In passato era stato esponente dell’Udc, poi passato al Pd e successivamente era confluito in Italia viva, prima di approdare alla Lega.
Dall’inchiesta, denominata Pandora (Tra gli arrestati il sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando e ai domiciliari il suo oppositore politico, Mario Ronsisvalle, poi suo alleato) emergerebbero accordi illeciti tra alcuni amministratori del Comune di Tremestieri Etneo ed elementi vicini alla cosca mafiosa Santaopaola-Ercolano, riguardanti l’elezione nel 2015 dell’attuale sindaco Santi Rando, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per scambio elettorale politico-mafioso e corruzione aggravata. Ulteriori indagini avrebbero fatto luce su quella che la Procura definisce “la successiva ‘degenerazione affaristica’ dell’Ente, messa in atto dai funzionari infedeli mediante numerose corruttele, per concedere permessi e assegnare lavori agli ‘imprenditori amici’”.
Emergerebbe inoltre, secondo la ricostruzione dell’accusa, “una strategia dei vertici comunali” finalizzata a “neutralizzare ogni forma di opposizione politica”. Per la Procura sarebbe stato “l’accordo corruttivo con lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsivalle, poi transitato tra i sostenitori di Rando per le amministrative del 2021”. Ronsisvalle, titolare di una farmacia a Tremestieri, contesta la Procura “anche grazie all’intervento di Luca Rosario Sammartino, principale referente politico del sindaco, all’epoca dei fatti deputato regionale e attuale vicepresidente della Regione, sarebbe stato avvantaggiato attraverso la riduzione del numero delle farmacie presenti nella pianta organica comunale, promettendo in cambio il sostegno elettorale, per le elezioni europee del 2019, al candidato sostenuto dal Sammartino”.
Nell’operazione antimafia “Pandora”, oltre 100 i carabinieri del Comando provinciale di Catania che hanno eseguito nelle provincie di Catania e Palermo, un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip etneo, nei confronti di 11 esponenti politici, funzionari comunali ed imprenditori, accusati a vario titolo di scambio elettorale politico – mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata liberta’ degli incanti.
In carcere: Alfio “Piero” Cosentino, 61 anni, di Trecastagni; Santi Rando, 48 anni, sindaco di Tremestieri Etneo. Ai domiciliari: Paolo Di Loreto, 72 anni; Giuseppe “Puccio” Monaco, 72 anni; Giovanni Naccarato, 57 anni; Mario Ronsisvalle, 53 anni. Interdizione dai pubblici uffici per un anno: Michele Platania, 55 anni; Luca Sammartino, 39 anni. Divieto di esercitare la professione per un anno: Antonino “Nino” Grasso, 65 anni. Divieto di esercitare attività di impresa: Domenico Cucinotta, 63 anni; Giuseppe Ferlito, 63 anni; Mario Stanganelli, 58 anni.
Ci sono anche due carabinieri tra i 30 indagati nella maxi inchiesta “Pandora”, l’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. I due militari dell’Arma, un luogotenente in congedo e un appuntato in servizio alla polizia giudiziaria presso la Procura di Catania, sono accusati di corruzione in concorso. Sull’appuntato il gip Carla Aurora Valenti si è riservato e, al termine dell’interrogatorio valuterà, l’applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio, come richiesto dalla Procura di Catania. Per gli inquirenti il vicepresidente Sammartino avrebbe utilizzato il luogotenente per avere notizie riservate su indagini in corso e avrebbe anche pagato l’appuntato per bonificare la sua segreteria politica e individuare l’eventuale presenza di microspie. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra l’estate 2019 e il 2020 quando Sammartino era deputato regionale. Tra il 21 ed il 25 settembre vengono intercettate delle conversazioni tra i due carabinieri che sembrerebbero definire il programma per la bonifica della segreteria del deputato: “Antoniuzzo, una cortesia… ah, dovremmo fare “il solito lavoro”. “Sempre la dentro?”Si, si, sempre la, perché è stata chiusa, quindi!?”. Ed in effetti il 25 settembre 2019 i due carabinieri si recano all’interno della stanza adibita ad ufficio del deputato regionale Sammartino in via Gabriele d’Annunzio a Catania. L’appuntato è munito di un rilevatore di frequenze e dialoga con il luogotenente: “Cioè in base all’ambiente non è facile mettere qualcosa..no.. perché comunque ci vuole la fonte di alimentazione.. hai capito?”. La bonifica della segreteria prosegue: “Questa è la stanza di lui?” “Questa è la sua stanza” “ Qua c’è sempre quella frequenza che passa..in questo punto c’è qualche frequenza che attraversa..” I due carabinieri, anche grazie all’attività di “controspionaggio” degli investigatori non riescono a trovare le microspie che effettivamente erano state installate e commentano così: “là sopra non c’è niente! Perché altrimenti lo avrebbe segnalato, no!?” “certo! No, non c’è niente, se io lo abbasso un pochino, ho abbassato un pochino la cosa, vedi, non lo fa più, se ci aumento un poco la sensibilità, però già sono fuori dai parametri, perché io lo metto sensibile, sensibile, lo metto in modo che già c’è la distanza..”
Il 27 settembre 2019, due giorni dopo la bonifica, avviene un incontro tra il deputato Sammartino e il luogotenentei n pensione sempre nella segreteria del politico. La conversazione viene registrata: “L’hai fatto o non l’hai fatto? No, te lo sei dimenticato!” “Luca, l’ho fatto mercoledì, ho chiamato di mattina a Grazia Pia..” “Tu l’unica cosa che c’hai, c’è un segnale, ma è dovuto chissà a che cosa, te l’ha fatto sempre, anche quando sono venuti gli altri, ma ti dico un piccolo segnale. Abbiamo spostato noialtri tutti i mobili e poi qua sotto…”
Alla fine del mese di gennaio 2019 il deputato Sammartino chiedeva al luogotenente in congedo, oltre ad una nuova bonifica, anche informazioni su un procedimento in corso: “E poi, quel famoso miracolo, noi possiamo saperlo o no?” “Quello del, di quel procedimento? Sto aspettando, perché mi devo vedere in questi giorni”. “Perché per me è importante. Perché so che dovrebbe essere archiviato, però… (inc.)… perché io ho alzato molto il livello, adesso, cioè, non è che… (inc.) … sarà perché ad un certo punto, però, siccome… (inc.)… io ho alzato il livello in maniera alta, infatti io credo che..”
“Senz’altro allarmante e indicativo di una personalità incline a commettere azioni delittuose è il comportamento dell’indagato, diretto alla ricerca di informazioni sull’esistenza di indagini a suo carico, anche istigando altri a commettere reati pur di fornirgliele”. Lo scrive il gip di Catania, Carla Aurora Valenti, sul vicepresidente della Regione Luca Sammartino. Il giudice sottolinea, inoltre, “la gravità dei delitti di corruzione propria commessi, la capacità del Sammartino di incidere pesantemente nelle scelte dell’amministrazione comunale di Tremestieri Etneo (basti pensare, in via esemplificativa, alle imposizioni di voto ai consiglieri comunali Smecca Ferdinando e Torre Giancarlo), la sua condivisione del progetto che avrebbe alterato le regole di un’onesta competizione elettorale, progetto alla cui realizzazione ha collaborato attivamente, traendone anche benefici personali, l’intervento con i funzionari regionali fondamentale per l’illecito risultato avuto di mira”.