Accuse di scarichi illegali di acque reflue industriali e smaltimento di residui nel fiume emergono nel processo che vede coinvolto il sindaco di Aragona, Giuseppe Pendolino, insieme al titolare di un’impresa e sei funzionari comunali. Le irregolarità sono legate al funzionamento del depuratore di contrada Alongi. I sette imputati sono Luigi Virone (67 anni), Salvatore Chiarelli (70 anni), Rosario Monachino (66 anni), Filippo Curallo (54 anni), Angelo Terrana (61 anni), Salvatore Rotulo (58 anni) e Michele Cacciatore (60 anni). Il pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalino ha disposto la citazione a giudizio, e l’udienza predibattimentale è iniziata davanti al giudice Giuseppe Sciarrotta. Virone, Chiarelli, Monachino e Curallo, responsabili del settore Igiene pubblica del Comune tra il 2017 e il 2023, insieme al sindaco Pendolino, sono accusati di aver effettuato scarichi di acque reflue industriali senza autorizzazioni. Terrana, Rotulo e Cacciatore sono accusati di aver smaltito residui senza autorizzazione, tramite una condotta interrata nel vallone Alongi, nel fiume Platani. All’udienza predibattimentale, una famiglia e un’azienda agricola hanno chiesto di costituirsi parte civile, affermando di aver subito danni a causa del malfunzionamento dell’impianto. La posizione di due lavoratori socialmente utili, inizialmente coinvolti nell’inchiesta, è stata archiviata. Gli avvocati dei sei imputati hanno chiesto di esaminare la richiesta di costituzione prima di formulare le proprie osservazioni. L’udienza è rinviata all’11 giugno.
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