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Mafia. Le mani negli appalti pubblici: rete fognaria di Ribera, lavori in strade provinciali

Sono quattro gli appalti finiti nel mirino dei carabinieri del Comando provinciale di Agrigento nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo, che ha portato alla notifica di 7 misure cautelari ad esponenti delle famiglie mafiose di Burgio, Lucca Sicula, Villafranca Sicula e Favara. Si tratta del completamento della rete fognaria di Ribera, gli interventi di collegamento del bivio Imperatore e ponte Pedano e i lavori delle strade provinciali 32 e 47. In carcere sono finiti Salvatore Imbornone, 64 anni, di Lucca Sicula, ritenuto il nuovo capo del mandamento di Burgio; Francesco Caramazza, 51 anni, di Favara; Antonio Perricone, 53 anni, di Villafranca Sicula e Alberto Provenzano, 59 anni, di Burgio. Agli arresti domiciliari Giovanni Derelitto, 74 anni, di Burgio e Giuseppe Maurello, 54 anni, di Lucca Sicula. Tra i soggetti raggiunti da una misura c’è anche un consigliere comunale, Gabriele Mirabella, 38 anni, di Lucca Sicula. Per lui è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. I boss di Burgio, Lucca Sicula e Villafranca Sicula, decidevano chi doveva essere assunto e quali imprese dovessero fornire il calcestruzzo e il pietrisco e il noleggio dei mezzi. Avevano messo le mani su un appalto in particolare: i lavori di completamento della rete fognaria di Ribera. Un appalto da 3 milioni di euro affidato ad un’impresa di Favara nel maggio 2021. Le commesse in questo caso sono state affidate a soggetti ritenuti vicini o comunque graditi al sodalizio mafioso.

Di Nino Ravanà

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