Ha preso il via nell’aula bunker del carcere di Bologna l’udienza preliminare a carico di cinquanta imputati coinvolti in una maxi inchiesta che ipotizza l’utilizzo di telefoni cellulari all’interno della Casa circondariale del capoluogo emiliano. Tra le persone coinvolte ci sono anche due agrigentini. Si tratta di Carmelo Nicotra, 42 anni, di Favara, e Antonino Chiazza, 54 anni, di Palma di Montechiaro. Nicotra, difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano, ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. Chiazza, difeso dall’avvocato Giovanni Lo Monaco, ha optato invece per il rito ordinario. Il giudice Roberta Malvasi ha aggiornato l’udienza al prossimo 5 marzo. Ai due agrigentini viene contestato il reato di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Nicotra è stato condannato a tre anni e otto mesi nell’inchiesta “Mosaico”, l’indagine che fece luce sulla faida sull’asse Favara e Liegi. Lo stesso fu vittima di un agguato nel 2017 a cui scampò miracolosamente. Lo scorso mese, dopo aver scontato interamente la condanna, è tornato libero.
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