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Uccisa a 17 anni, bruciata viva: ergastolo confermato per ex fidanzato di Roberta Siragusa

Confermata la pena all’ergastolo per Pietro Morreale, il giovane accusato di avere ucciso il 24 gennaio del 2021 la sua giovane fidanzata, Roberta Siragusa. La Corte d’assise d’appello di Palermo ha confermato la condanna di primo grado. L’imputato è accusato di omicidio aggravato e occultamento di cadavere.

La famiglia della vittima e il Comune di Caccamo si sono costituite parte civile nel processo. Alla lettura del dispositivo erano presenti il padre, la madre, il fratello, la nonna, la zia e i cugini della vittima, oltre a tanti amici. In primo grado, Morreale era stato condannato anche al risarcimento del danno nei confronti della madre della vittima, Iana Brancato, per 225mila euro; al padre Filippo Siragusa, per 229mila; al fratello Dario, per 209mila e alla nonna Maria Barone per 117mila euro. Inoltre, Pietro Morreale dovrà risarcire anche il Comune di Caccamo con una provvisionale esecutiva di 15mila euro.

Roberta Siragusa, che aveva 17 anni, venne uccisa a Caccamo, la notte tra il 23 ed il 24 gennaio del 2021, bruciata viva nei pressi dello stadio. I sospetti si concentrarono subito sul fidanzato Pietro Morreale, 21 anni, che era con lei quella sera e che si è sempre protestato innocente sostenendo che sarebbe stata la ragazza a darsi fuoco dopo un litigio. La notte dell’omicidio, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, Pietro Morreale avrebbe picchiato la fidanzata che aveva deciso di lasciarlo e le avrebbe dato fuoco nei pressi del campo sportivo. Poi avrebbe caricato il corpo sull’auto e lasciato il cadavere in un dirupo non distante dalla casa della vittima.

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