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Mazzarino. Lino Ragusa, vice presidente consiglio comunale, prosciolto da ogni accusa: Scontro in Consiglio tra Ragusa e D’Asaro

La questione è archiviata per “infondatezza di reato”. Così il vice presidente del consiglio comunale di Mazzarino, Lino Ragusa, viene prosciolto da ogni accusa e non è imputabile per i reati di cui agli articoli 610 (violenza privata), 476 e 479 codice penale (falsità materiale in atti pubblici), mossegli dal consigliere comunale Vincenzo D’Asaro. Il fatto non sussiste ed a stabilirlo è il Tribunale di Gela il 4 ottobre 2023, dopo oltre un anno e mezzo dalla querela presentata alla Procura della Repubblica dall’attuale commissario cittadino di Fratelli d’Italia (all’epoca dei fatti capogruppo di Forza Italia). Il fatto risale alla seduta consiliare del 10 marzo 2022 quando Ragusa (che presiede l’assemblea) fa allontanare D’Asaro dall’aula durante la discussione del punto all’ordine del giorno “legge di bilancio 2022 art 1 commi 534, 542 (rigenerazione urbana per comuni con popolazione inferiore a 15 mila abitanti) esame ed approvazione dello schema di convenzione”. Dopo un dialogo dai toni accesi tra i due, Ragusa invita il consigliere ad attenersi al tema del dibattito (approvazione della delibera consiliare), di contro D’Asaro replica accusando il presidente di impedire l’esercizio democratico della critica, fino a che, durante le dichiarazioni di voto il consigliere viene espulso dall’aula. D’Asaro accusa Ragusa di averlo allontanato con l’ausilio della forza pubblica “in modo arbitrario e in spregio ai regolamenti” e denuncia la sinteticità con cui la vicenda è riportata a verbale. La denuncia presentata da D’Asaro è stata archiviata per “insussistenza del fatto” poiché le immagini registrate da un’emittente locale accertano l’esatta dinamica dei fatti. Dopo vari inviti e i richiami all’ordine, di fronte all’atteggiamento perseverante di D’Asaro, Ragusa si dice costretto ad allontanarlo dall’aula poiché fuori microfono continua a disturbare i lavori (durante le dichiarazioni di voto del consigliere Egidio Gesualdo). E così D’Asaro “appoggiandosi al braccio” del comandante esce. Nessuna “violenza privata e nessuna minaccia” dunque da parte di Ragusa che oggi si dice felice dell’esito della questione giudiziaria. “Ho sempre avuto fiducia nella giustizia – afferma il Ragusa – ed ho sempre ritenuto di aver svolto secondo regolamento il compito di presidente, rispettando la libertà di parola di ogni consigliere comunale. La Politica è tale quando è trasparente, quando è rispettosa verso le Istituzioni e gli Uomini, quando è fatta nelle sedi opportune e non in Procura”. L’ordinanza di archiviazione precisa che Ragusa non ha impedito il libero esercizio del diritto di voto (verso cui il consigliere dichiarava di non partecipare per proteste) agendo secondo l’articolo 29 del regolamento per il funzionamento del consiglio comunale, secondo cui il Presidente ha il compito di regolare il dibattito ed eventualmente adottare sanzioni tra cui anche l’espulsione. Lo stesso articolo dice anche che nella seduta successiva di approvazione dei verbali ogni consigliere ha facoltà di chiedere modifiche, integrazioni o rettifiche, cosa che non è avvenuta. Il tribunale esclude inoltre il falso ideologico, considerato che il verbale è redatto non dal Presidente ma dal Segretario Comunale

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