CronacaNews

Cattolica Eraclea. Omicidio del marmista: procura generale e parti civili impugnano l’assoluzione dell’imputato

Il procuratore generale Giuseppe Fici e i legali delle parti civili, gli avvocati Antonino Gaziano e Salvatore Di Caro, hanno impugnato la sentenza della Corte di Appello di Palermo, che ha disposto l’assoluzione di Gaetano Sciortino, l’operaio cinquantanovenne di Cattolica Eraclea, accusato dell’omicidio di Giuseppe Miceli, marmista massacrato con i propri arnesi di lavoro nel suo laboratorio nella notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2015. Sciortino, condannato in primo grado a 24 anni di carcere, è stato assolto perché “il fatto non sussiste”. L’imputato – secondo l’accusa – sarebbe stato tradito da due prove: un video, dalla qualità non eccelsa, che proverebbe il pedinamento con l’auto nei confronti della vittima nelle ore precedenti l’omicidio, e una scarpa. Nel luogo dell’omicidio è stata trovata un’impronta di una scarpa compatibile con quella recuperata in un dirupo che l’imputato, secondo quanto emerso dalle indagini e dalle intercettazioni, avrebbe cercato di fare sparire. Sfugge l’esatto movente. I difensori dell’imputato, gli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello, hanno sempre sostenuto l’estraneità dell’imputato valorizzando tesi alternative.

Articoli Simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto