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Marianopoli: Intitolazione di una scalinata a Santina Cannella, uccisa a 15 anni, voleva studiare e non sposarsi

Fatta propria dai consiglieri comunali del gruppo di opposizione “Forza Democratica Marianopoli”, Calogero Casucci, Grazia Noto e Calogero Vaccaro la richiesta del coautore Cataldo Lo Iacono, assieme all’Avv. Salvatore Lombardo, del libro sul femminicidio di Santina Cannella, di intitolare a lei la scalinata adiacente la piazza Garibaldi. La richiesta è stata espressa il 9 Settembre scorso a Villalba in occasione, appunto, della presentazione del libro “Ti bacio quando torno”. Nell’occasione l’autore Cataldo Lo Iacono così si ha espresso testualmente la sua richiesta: “… mi guardò mia madre fino a che non sparii giù dalla scalinata e fu l’ultimo istante in cui mi vide viva… ecco qui la scalinata che non ha nome (perché prende il nome della piazza) non ci sono residenti, non cambia nessuno i documenti. Ecco io vorrei che l’amministrazione comunale, quello o un altro posto però a livello così per dire di far riportare, di non buttarla di nuovo nell’obblio ed un modo è davanti alla chiesa, vicino alla piazza che chi passa legge “santina, magari, studentessa vittima di femminicidio, o un’altra cosa (dicitura) che qualcuno poi porta…”

Raccolta la richiesta del coautore del libro, i consiglieri comunali del gruppo di opposizione, rappresentando anche di essere venuti a conoscenza solo recentemente di una lettera aperta di tre anni addietro, a firma del Dott. Salvatore Lombardo, coautore del libro, indirizzata al Sindaco, agli Assessori ed ai Consiglieri Comunali del Comune di Marianopoli, avente ad oggetto “Segnalazione Personalità Locali”, con la quale si è voluto riportare alla memoria della collettività di Marianopoli una tragica e dolorosa vicenda occorsa nel marzo del 1954 alla concittadina Santina Cannella, con una nota dello scorso 14 settembre, inviata Presidente del Consiglio Comunale, al Sindaco, alla Giunta Municipale ed al Segretario comunale, hanno formalizzato al Presidente del Consiglio Comunale Maria Luisa Calabrese, ai sensi dell’art. 26 del Regolamento del Consiglio Comunale, la mozione per l’intitolazione di una strada o di un’area pubblica in memoria di Santina Cannella vittima di femminicidio. In particolare, si legge nella mozione, che la richiesta è finalizzata affinché il Consiglio Comunale impegni il Sindaco e la Giunta Municipale ad  individuare un’area nella gradinata che congiunge la Piazza Garibaldi con la Via Roma (come richiesto ed indicato dallo scrittore Cataldo Lo Iacono) da intitolare a Santina Cannella – Studentessa vittima di femminicidio, in segno di riconoscenza per l’alto e sublime sacrificio da lei fatto a prezzo della sua vita, ed ancora a volere intraprendere idonee iniziative finalizzate al suo ricordo. A base della motivazione della mozione i consiglieri di opposizione hanno anche posto in risalto, argomentato e relazionato riportando tratti del contenuto della citata lettera di Salvatore Lombardo. Infatti in essa si legge “In una precedente lettera avevo sostenuto la necessità di ricordare e valorizzare le nostre radici e le nostre tradizioni, anche attraverso monumenti ed intestazioni di vie e strutture pubbliche a personalità del nostro paese che si fossero distinte per azioni positive a beneficio della collettività, per essersi sacrificati per altri o per l’affermazione di un’idea. Ciò consentirebbe di abbellire sul piano artistico il nostro tessuto urbano, rendendo nel contempo orgogliose della nostra storia e identità le nuove generazioni e i nostri emigrati……………..Tra le persone meritevoli di un monumento, a mio modesto avviso, non potrebbe mancare Santina Cannella, non solo per la sua tragica e drammatica vicenda umana, ma perché rappresenterebbe in generale il riscatto delle donne da ogni forma di vessazione e di violenza esercitata su di loro in nome di una sovrastruttura ideologica e culturale di matrice patriarcale. Nonostante la rivoluzione socio-culturale del sessantotto, il movimento femminista, l’affermazione sul piano culturale, sociologico, giuridico e politico della parità di genere, il contesto sociologico e filosofico degli anni cinquanta, seppure mitigato, è ancora vivo ed attuale e prevede sempre l’assoggettamento fisico e psicologico della donna fino alla morte. Non è un caso che ancora oggi in Italia il ” femminicidio ” sia una vera emergenza”.

Si può morire ammazzate a quindici anni perché si sceglie di voler studiare anziché andare in sposa a uno sconosciuto? 

Santina Cannella era partita da Marianopoli, ancora adolescente, con un sogno nel cassetto: diventare medico. Un progetto, a quel tempo, a dir poco ambizioso. Erano, infatti, gli anni del dopoguerra. A metà degli anni cinquanta.

Ma a Caltanissetta ha trovato la morte per mano di un barbiere di Marianopoli che l’avrebbe desiderata in moglie, incontrando il secco rifiuti di lei. Santina per la voglia di libertà ha pagato con la vita. Perché nel lontano 8 marzo del 1954, lungo una scalinata nel cuore del centro storico di Caltanissetta –  dove la ragazza con sacrificio della famiglia si era trasferita per studiare –  il suo spasimante l’ha uccisa con sette colpi di pistola.

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