CronacaNews

Operazione Zefiro, Lampedusa: Cocaina per isolani e turisti, 11 fermi. Nomi

Operazione antidroga denominata “Zefiro” dei carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, a Lampedusa. Cinque mesi dopo il blitz “Levante” che fece scattare 11 fermi, i militari dell’Arma, durante la notte, hanno bloccato altre 11 persone: 7 lampedusani e 4 senegalesi, e anche in questo caso il nuovo provvedimento porta la firma del pubblico ministero Giulia Sbocchia. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Agrigento con a capo il reggente Salvatore Vella, su quello che, nel luglio del 2022, fu, per Lampedusa, il più grosso sequestro di cocaina non si sono mai fermate. Furono circa 25 i chili di polvere bianca, per la maggior parte ancora confezionata in panetti, che vennero allora sequestrati dagli uomini dell’Arma. Ad essere arrestato fu, allora, il lampedusano Umberto Blandina di 60 anni.

Quella che potrebbe essere denominata come la prosecuzione dell’operazione “Levante 2” con altri 11 fermi di indiziati, in concorso tra loro, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, ha permesso di ricostruire, ulteriormente, la rete di spaccio di quella cocaina ripescata fortuitamente durante una battuta di pesca. Soggetti che avevano avuto un ruolo attivo oltre che nel ritrovamento dei panetti, anche nell’occultamento e nello spaccio fra Lampedusa, Favara e Catania. Individuato anche uno dei canali di pagamento delle partite di droga, attraverso le ricariche di conti gioco utilizzati per effettuare le scommesse on-line. Le ricariche sono state eseguite da alcuni degli acquirenti delle partite di cocaina. Stanotte, appunto, la nuova operazione. Gli ultimi due un lampedusano, armatore della barca, e un senegalese marinaio, sono stati catturati dalla motovedetta dei carabinieri che ha intercettato e bloccato in mare il peschereccio lampedusano con a bordo i due indagati. 

I chili di cocaina recuperati in mare durante la battuta di pesca a strascico furono in realtà 150. I pescatori appena rientrati a Lampedusa si sono rivolti ad alcuni pregiudicati. Complessivi 25 chili furono consegnati a Blandina che, essendo agli arresti domiciliari, venne ritenuto un insospettabile, ma fu arrestato nel luglio del 2022. Le intercettazioni telefoniche e ambientali, e le investigazioni dei carabinieri, hanno permesso adesso di chiudere completamente il cerchio. Ad aiutare investigatori e inquirenti, le ricostruzioni fornite dallo stesso Umberto Blandina che con i suoi racconti ha, di fatto, permesso di ricostruire la rete di tutti coloro che erano stati coinvolti nella “gestione” di quella cocaina. Il sessantenne è stato condannato, in abbreviato, dal Gip del Tribunale di Agrigento a 4 anni e 4 mesi di reclusione e al pagamento di oltre 18 mila euro di multa, sentenza non definitiva e pena ridotta anche grazie alla sua collaborazione con gli inquirenti. 

Gli indagati dell’operazione antidroga “Zefiro” sono: Antonino Di Maggio, Sana Sarr, Waly Sarr, Mhaye Ibrahima, “ritenuti responsabili dell’occultamento, detenzione e cessione di cocaina per un quantitativo complessivo di 57 chili, suddivisa in 57 panetti da 1 chilo ciascuno”.

Giovanni Blandina e Jacopo Blandina, rispettivamente padre e figlio di Ignazio Umberto Blandina, “sono ritenuti responsabili della gestione e dello spaccio dello stupefacente precedentemente occultato dal proprio familiare prima del suo arresto”. Vincenzo Lo Verde, Gningue Lo Doudou, Vincenzo Barbera, Tony Sparma e Nicola Minio “sono ritenuti responsabili, in concorso, di detenzione e spaccio di cocaina”. Gli 11 indagati, sottoposti a fermo di indiziato di delitto, verranno portati, nelle prossime ore, nelle Case circondariali di Agrigento, Caltanissetta e Palermo, ad eccezione di Giovanni Blandina che, a causa della sua età avanzata, è stato posto ai domiciliari.

Articoli Simili

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto