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Caltanissetta. Museo Diocesano: Incisioni del genio Dürer che ispirarono Raffaello, Spasimo nisseno e gli scatti di Ursula Costa

Un grande evento in vista della Pasqua e in occasione del quarantennale della fondazione del Museo Diocesano del capoluogo nisseno, autentico scrigno di bellezza nel cuore della città. Per la prima volta sarà esposto il ciclo di incisioni della Piccola e Grande Passione di Albrecht Dürer, il genio rinascimentale che ispirò anche Raffaello. Le sue xilografie saranno protagoniste di “Imago Christi. La Passione del segno di Albrecht Dürer”, dal 16 marzo al 29 aprile 2023 al Mudic insieme con il misterioso Spasimo di Sicilia nisseno appena restaurato – copia o originale dell’artista urbinate? – e la placchetta smaltata di Limoges, raffigurante il Sudario della Veronica tra i Santi Pietro e Paolo. Contemporaneamente, sarà inaugurata “Nel gesto, fotogrammi di un racconto”, con gli scatti della fotografa siciliana Ursula Costa, dedicati alla Settimana Santa di Caltanissetta, da sempre vissuta molto intensamente dalla comunità.

“Imago Christi. La Passione del segno di Albrecht Dürer”, organizzata dal Mudic (Museo Diocesano di Caltanissetta) con il patrocinio della Diocesi di Caltanissetta, della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Caltanissetta e dell’Assessorato Turismo, sport e spettacolo della Regione siciliana, si svolge in collaborazione con la Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace” e la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis di Palermo. Partner dell’iniziativa, la Fondazione Le Vie dei Tesori. Sponsor, la Banca di credito cooperativo “Giuseppe Toniolo e San Michele” di San Cataldo.

«Si tratta – dice il direttore del Mudic, Giuseppe Di Vita – dell’iniziativa di punta della programmazione 2023 del Museo Diocesano che quest’anno festeggia i quarant’anni della fondazione da parte di Monsignor Giovanni Speciale. Ospitare le splendide incisioni del maestro tedesco Dürer nel periodo in cui Caltanissetta si prepara a vivere e vive i riti della Settimana Santa è un’occasione per esaltarne la bellezza e la spiritualità, coinvolgendo i cittadini e, speriamo, anche tanti turisti. Per questa ragione, abbiamo avviato una proficua collaborazione con la fondazione Le Vie dei Tesori che ha subito condiviso il nostro progetto».

Le xilografie di Dürer sono innovative nella rappresentazione iconografica della Passione di Cristo e sin dal XVI secolo riscuotono un grande successo. La raffinatezza, l’originalità creativa e l’espressività delle incisioni, grazie alla diffusione della stampa introdotta nella metà del XV secolo in Germania da Gutenberg, hanno favorito l’affermazione dell’iconografia proposta dal maestro tedesco nell’arte europea del Cinquecento. La sua abilità artistica nelle incisioni venne particolarmente elogiata da Erasmo da Rotterdam che, nel “Dialogus de recta Latini Graecique sermonis pronunciatione” del 1528, antepone Dürer allo stesso Apelle, pittore greco del IV secolo avanti Cristo: “Che cosa non seppe esprimere con i suoi monocromi, cioè con le sue linee nere! Non è meraviglioso raggiungere senza le blandizie del colore quei risultati che Apelle otteneva soltanto grazie ad esso?”.

L’allestimento. Curato dall’architetto Filippo Ciancimino della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Caltanissetta permette di ammirare, in sequenza, la selezione di tredici xilografie della “Piccola Passione” provenienti dalla Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis di Palermo, e i dodici fogli delle xilografie della “Grande Passione” provenienti sempre da Palermo, dalla Biblioteca centrale della Regione Sicilia “Alberto Bombace”. I visitatori potranno cogliere anche le influenze iconografiche esercitate da queste stampe su due opere del museo: la placchetta smaltata della bottega di Penicaud e la tavola dipinta dello Spasimo di Sicilia, recentemente restaurata.

Il mistero dello Spasimo nisseno. Copia “firmata”, oppure opera originale del grande Raffaello? Intorno al dipinto, recentemente tornato al Museo Diocesano dopo il restauro, continua ad aleggiare un alone di mistero. «Il restauro dello Spasimo nisseno – dice la restauratrice Belinda Giambra – è stato un ultimo atto preceduto da una campagna di studio iniziata nel 2009, nel tentativo di far chiarezza intorno alle complesse vicende conservative, nonché alla spinosa questione dell’attribuzione di una copia firmata. In ogni modo, la tutela di un bene è necessaria a prescindere dal fatto che sia un’opera realizzata da un caposcuola o da un autore minore: è un dovere nei confronti dei posteri».

«Questa mostra – dice la soprintendente ai Beni culturali e ambientali di Caltanissetta, Daniela Vullo –  rappresenta il “ritorno” a Caltanissetta di un grande maestro che per primo ha realizzato le sue opere dal disegno, all’incisione e, quindi, alla stampa. Nel 1997, sempre al Mudic, è stata proposta “Dürer e dintorni. Incisioni dei Musei Civici di Padova. Itinerario siciliano” con stampe e disegni di Dürer e altri celebri maestri del Rinascimento tedesco, provenienti dalle collezioni dei Musei Civici di Padova. “Imago Christi” è anche l’ennesima prova di una collaborazione fattiva fra la Soprintendenza ed il Museo Diocesano nisseno. Le istituzioni non devono isolarsi, ma aprirsi e fare rete».

Le fa eco Giulio Giallombardo della Fondazione Le Vie dei Tesori che dopo la Bit di Milano, nei giorni scorsi è stata ospite della Itb di Berlino, una delle fiere del turismo più importanti al mondo: «Le Vie dei Tesori – dice Giallombardo – non sono solo il Festival delle città e dei Borghi, ma si aprono alla collaborazione con enti e istituzioni nell’ottica di fare rete per la promozione del territorio. Non ci dobbiamo inventare niente: è l’Isola il tesoro. Basta “solo” impegnarsi per fare conoscere ai siciliani e a chi la Sicilia la sceglie per le vacanze, tutta la bellezza e la ricchezza umana che c’è, attivando così un circuito virtuoso che non può che innescare prosperità».
La Settimana Santa negli scatti di Ursula Costa. In occasione della mostra di Dürer, verrà inaugurata anche “Nel gesto, fotogrammi di un racconto”. «Il mio racconto della Pasqua nissena – dice Ursula Costa – è colmo di riti che evocano gesti e di gesti che tramandano tradizione.  Dalle vare dei Biangardi alle sculture di Tripisciano tutto è tramandato nel gesto. Ecco perché ho estrapolato questo racconto incisivo; ecco perché l’ultima foto del mio racconto diventa la prima, la copertina».

«“Nel gesto, fotogrammi di un racconto” – dice Carlo Sillitti che ne firma l’allestimento – sarà dispiegata lungo una linea sinuosa e armonica rispetto alla gravità che la terrà sospesa, in un dinamico dialogo con il visitatore reale e stigmatizzato da due presenze scultoree; e con lo spazio circostante che guiderà alla piacevole scoperta di un rapporto nuovo tra l’immanente e il trascendente».

Visite dal 17 marzo al 29 aprile

Da martedì a sabato: dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19*

Domenica 26 marzo e domenica 2 aprile: dalle 16 alle 19

Domenica 16 aprile e domenica 23 aprile: dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19

Ingresso: 3 euro, 2 euro per i minori di 18 anni

*Chiusa tutti i lunedì; domenica 19 marzo e domenica 9 aprile; i pomeriggi di venerdì 24 marzo e venerdì 7 aprile.

Biglietti anche on line sul sito delle Vie dei Tesori: https://leviedeitesori.com/imago-christi/

Info: 0934 21165


Storia e tecnica delle xilografie della Passione di Dürer

E di una rivoluzione nella diffusione dell’arte e delle idee

Le venticinque incisioni presentate in questa mostra, già esposte in altre occasioni, ma per la prima volta visibili insieme a Caltanissetta, fanno parte del pregevole patrimonio della Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace” e della Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis. Si tratta rispettivamente delle dodici xilografie della Grande Passione e di tredici xilografie della Piccola Passione di Dürer.

Reperite sul mercato antiquario nel 1989, le xilografie della Grande Passione (29 x 41 centimetri) riportavano, all’interno del volume che le conteneva, un ex libris con i nomi di S. Bement ed Estelle Doheney; il monogramma di Alfred Morrison, successivo possessore delle tavole, compariva invece sul timbro apposto sul verso delle carte. A Carrie Estelle Doheney (1875-1958), americana di Filadelfia, filantropa e bibliofila, dobbiamo dunque il merito di aver custodito queste incisioni nella sua amata biblioteca, che andò all’asta alcuni decenni dopo la morte.

Le xilografie – acquistate a New York nel 1989 dalla Biblioteca centrale – sono giunte a noi in forma di libro, conservate all’interno di un volume semplice ed elegante nella sua legatura (coperta rigida, dorso e angoli in mezza pelle). Il volume è stato esposto, nella sua rilegatura, a Caltanissetta in occasione della mostra Dürer e dintorni: incisioni dei Musei civici di Padova, itinerario siciliano nel 1997.

Nel 2018, in occasione di Palermo Capitale Italiana della Cultura, sono stati esposti per la prima volta i singoli fogli sciolti del ciclo della Grande Passione così come si trovano in mostra oggi al museo.

Quelle della Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis sono una selezione di tredici delle trentasette xilografie della Piccola Passione, realizzate da Dürer nel primo decennio del XVI secolo. Sono state acquistate intorno alla metà del XIX secolo dal Ministero per gli Affari di Sicilia del Regno delle due Sicilie; originariamente i fogli con le xilografie di Dürer furono parte della ricca collezione di stampe del pittore Giuseppe Velasco, venduta nel 1858 a Napoli e inviata a Palermo. Oggi appartengono alla collezione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis.

Oltre a essere preziose opere d’arte, le xilografie della Grande Passione e della Piccola Passione di Dürer rappresentano anche un’importante testimonianza storica e tecnica.

La xilografia è un procedimento di stampa con matrici lignee, incise a rilievo, in cui il genio tedesco si distinse particolarmente.

Incisioni pregevoli per il tratto incisivo e profondo dell’artista, ma anche stupefacente testimonianza del percorso che la stampa del XVI secolo – appena agli albori – stava tracciando: riproducibilità e diffusione di testi e immagini, circolazione di idee e di informazioni, sicuramente una delle più grandi invenzioni di tutti i tempi. Testo e immagine cominciano da subito a camminare insieme, in un connubio destinato a perpetuarsi nel tempo e trovano nel libro stampato con caratteri mobili il supporto ideale. Già nel libro xilografico, parole e illustrazioni erano incise insieme su tavolette di legno; una tavola per ogni pagina, cosicché il procedimento di composizione risultava lungo, laborioso e costoso.

L’invenzione della stampa, attribuita all’orafo Johann Gensfleisch zum Gutenberg, cambia intorno alla metà del Quattrocento i sistemi di composizione e produzione dei testi: non più l’utilizzo di un unico blocco di legno, ma caratteri mobili in lega metallica per singole lettere che, una volta inchiostrati, restituiscono tratti nitidi e precisi.

La Settimana Santa di Caltanissetta negli scatti di Ursula Costa

Con Dürer s’inaugura anche “Nel gesto, fotogrammi di un racconto”

«Mossa, movenza, cenno, segno, posa, atteggiamento, comportamento per accompagnare un discorso e per esprimere uno stato d’animo. I gesti – dice la fotografa siciliana Ursula Costa – sono tutte le parole che non vogliamo dire: ne vogliamo enfatizzare e rafforzarne il concetto.  Il mio racconto della Pasqua nissena è colmo di riti che evocano gesti e di gesti che tramandano tradizione.  Dalle vare dei Biangardi alle sculture di Tripisciano tutto è tramandato nel gesto, ecco perché ho estrapolato questo racconto incisivo, ecco perché l’ultima foto del mio racconto diventa la “prima” di copertina, il nutrimento: la nonna che nutre il nipote è una metafora di vita che lascia spazio, ci fa viaggiare nel tempo e ci ricorda che siamo fatti di gesti nel tempo».

Ursula Costa che, tra l’altro, da anni collabora con lo stilista Domenico Dolce, racconta così “Nel gesto, fotogrammi di un racconto”, la mostra fotografica dedicata alla Settimana Santa di Caltanissetta, che s’inaugura in concomitanza della mostra dedicata ad Albrecht Dürer.

«L’installazione di “Nel gesto, fotogrammi di un racconto” – dice Carlo Silitti che ne cura l’allestimento e ne firma le presenze scultoree – mira a conferire movimento a un oggetto convenzionalmente e tradizionalmente statico: la fotografia. Tale movimento si svilupperà secondo due direttrici: quella della orizzontalità e quella della verticalità. L’orizzontalità conferirà un approccio umano alla visione delle fotografie, secondo un movimento familiare al visitatore, quello dell’incedere; la verticalità ha il duplice scopo di assecondare la sacralità del luogo che ospita la mostra e, nello stesso tempo, di assurgere a valore metafisico dell’immagine che non può fermarsi sul piano della visione sensibile, ma vuole caricarsi di significati altri e alti, così come nelle intenzioni dell’artista».

Gli scatti in bianco e nero di Ursula Costa saranno, dunque, esposti lungo una linea sinuosa e armonica rispetto alla gravità, in un dinamico dialogo con il visitatore reale e stigmatizzato da due presenze scultoree, e con lo spazio circostante, che guiderà alla piacevole scoperta di un rapporto nuovo tra l’immanente e il trascendente.

«L’idea – dice Costa – di fare un’istallazione con Carlo Sillitti, è stata una necessità.  Quando sono stata invitata a visitare il Museo Diocesano e ho visto le sale, ho subito pensato che mai avrei potuto toccare o spostare un’opera per mettere una mia foto, quindi ho deciso che volevo entrare in punta di piedi».

Il Museo Diocesano, uno scrigno di bellezza nel cuore di Caltanissetta

Quarant’anni fa la sua nascita grazie a Monsignor Giovanni Speciale

Il Museo Diocesano di Caltanissetta compie quarant’anni.

“Scrigno di bellezza nel cuore della città”, il MUDIC, posto al piano terra del monumentale palazzo del Seminario vescovile dei chierici – edificato su progetto dell’architetto Luigi Greco tra il 1901 e il 1912 lungo l’asse di Viale Regina Margherita di fronte al Palazzo Provinciale – è stato dedicato da Sua Eccellenza Monsignor Mario Russotto, vescovo della città, alla memoria di Monsignor Giovanni Speciale, uomo di sapiente e raffinata sensibilità artistica, alla cui intuizione e volontà se ne deve l’atto di fondazione nel 1983.

Un esordio quasi casuale. Racconta Monsignor Speciale che un giorno fu invitato dalla suora sagrestana dell’ospedale “Vittorio Emanuele” a vedere “dei vecchi quadri e delle tele arrotolate che giacevano in uno sgabuzzino”, perché li salvasse dalla dispersione e dal deterioramento. Speciale li portò con sé e dopo il restauro si rese conto che erano opere di fra’ Fedele da San Biagio e di fra’ Felice da Sambuca, pittori e monaci cappuccini che operarono nella prima metà del Settecento.  Nacque così l’intuizione di creare uno “scrigno di bellezza” che è cresciuto pian piano arricchendosi di altre tele e sculture, paramenti e arredi sacri rinvenuti in sagrestie polverose e in vecchi armadi dimenticati, amorevolmente raccolti non certo per impoverire le chiese, ma per custodire e valorizzare un patrimonio storico-artistico altrimenti destinato alla rovina.  

Il 7 marzo 1987 l’inaugurazione della prima ala. Oggi, il museo custodisce ed espone in dieci sale e due gallerie più di cinquecento opere d’arte datate dal XV al XXI secolo – dipinti, sculture, argenti, vesti liturgiche e manufatti d’arte applicata – di pregevole valore artistico, che rivelano e narrano la cultura del territorio, in quanto ripercorrono la storia della chiesa locale come comunità di credenti che esprime la propria fede, abbellendo i luoghi sacri con pale d’altare, suppellettili e preziosi paramenti; e, accanto alle opere antiche provenienti dalle chiese della Diocesi, espone anche opere del Novecento appartenenti alla collezione privata di Monsignor Speciale, raffinato collezionista d’arte, che ha saputo intessere relazioni significative come quella, consolidatasi nel tempo, con la scuola di Brera.

Sia nella sezione antica che nella sezione contemporanea sono presenti, oltre ai dipinti e alle sculture, numerosi oggetti liturgici e paramenti sacri, molto spesso legati a una committenza colta e nobiliare.

Uno dei capolavori del museo è un completo liturgico costituito da pianeta, stola, manipolo e borsa, interamente ricamato a motivi floreali, con grani di corallo e filato in oro, prezioso esempio di manifattura tessile di maestranze messinesi, realizzato agli inizi del XVIII secolo per volontà del duca Lo Faso di Serradifalco che ne fece dono alla chiesa madre in occasione della sua ricostruzione.

Acquaviva Platani, Bompensiere, Campofranco, Delia, Marianopoli, Montedoro, Resuttano, San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa, Serradifalco, Sommatino, Vallelunga, Villalba sono i paesi di una sorta di museo diffuso, il Percorso dei Principi, fondati nel cuore del territorio nisseno tra la seconda metà del XVI secolo e la prima metà del XVIII, in virtù della licentia populandi concessa dal sovrano e dai viceré di Sicilia ai signori proprietari dei feudi.

I Signori fondatori edificarono in ogni nuovo insediamento il Palazzo Signorile e la Chiesa Madre, alla quale donarono vasi sacri d’oro e d’argento, suppellettili per il culto, immagini sacre e altre preziose opere d’arte commissionate ad artisti che operavano a Palermo, dove i principi avevano il loro palazzo e la loro residenza.

Tra gli oggetti liturgici di maggior rilievo, all’interno di una teca, è custodito un elaborato ostensorio di gusto gotico di ascendenza catalana della prima metà del XVI secolo, realizzato probabilmente da un argentiere catanese, proveniente dalla cattedrale di Caltanissetta; è considerato tra i più pregevoli esempi di ostensorio architettonico cinquecentesco dell’Isola. Altra opera di grande pregio del museo è un prezioso Cofanetto eburneo della metà del XV secolo, realizzato dalla bottega degli Embriachi e proveniente dalla Chiesa Madre di Calascibetta, dove era usato come cassetta reliquiaria. Dalle chiese di Calascibetta provengono molte altre opere d’arte oggi esposte al museo: statue lignee, reliquiari in argento e la preziosa placchetta smaltata di Limoges utilizzata come osculum pacis esposta anche in occasione di “Imago Christi. La Passione nel segno di Albrecht Dürer”.

Tra i dipinti la tavola raffigurante lo Spasimo di Sicilia – anch’essa esposta in occasione della mostra dedicata a Dürer – , una copia cinquecentesca del famoso dipinto di Raffaello, che suscita in alcuni studiosi, come padre Sorce, il dubbio che si possa trattare dell’originale opera del maestro urbinate; le pale d’altare del pittore nisseno Vincenzo Roggeri, vissuto nella seconda metà del XVII secolo; i dipinti settecenteschi di Guglielmo Borremans. In una sala dedicata, un approfondimento a parte è riservato ai dipinti di frati cappuccini del XVIII secolo, tra cui fra’ Felice da Sambuca e fra’ Fedele da San Biagio.

A segnare il passaggio tra la sezione antica e quella contemporanea, sono alcune opere ottocentesche di artisti locali, come il Volto di Maria in marmo del 1880, di Michele Tripisciano, famoso scultore nisseno che operò nell’età umbertina a Roma, dove permangono molte sue opere di pregio tra le quali la statua raffigurante la Sicilia nell’Altare della Patria; il delicato bozzetto in terracotta acroma di San Michele Arcangelo dello scultore nisseno Giuseppe Frattallone; la Trinità dipinta dal mussomelese Salvatore Frangiamore; il Bambinello in cera del palermitano Domenico Fasulo; infine, il Malatiello in bronzo del celebre scultore napoletano Vincenzo Gemito.

Di grande interesse le ultime due sale dedicate al contemporaneo, frutto delle relazioni che Monsignor Speciale intratteneva con artisti e gallerie. Speciale amava, infatti, frequentare gli studi e le botteghe, commissionare opere o semplicemente discutere di arte con chi l’arte la produceva. Come si evince dalle opere in esposizione, amava in particolar modo gli artisti dell’Accademia di Brera, da Aldo Carpi a Silvio Consadori, Luigi Filocamo e Trento Longaretti, dei quali i dipinti conservati al museo raccontano l’interesse verso le tematiche religiose che, come è naturale, il monsignore prediligeva.

Le sale ospitano anche le sculture in bronzo di Enrico Manfrini, la Madonna col Bambino, ed Eros Pellini, l’Annunciazione e l’Ultima cena, artisti che Paolo VI aveva invitato a lavorare presso di sé, e numerose sculture di Ennio Tesei, tra cui l’Annunciazione e la Pietà palestinese, autore anche della Madonna con il tabernacolo della Cappella.

Completano il percorso museale un ampio ed elegante auditorium, la ricchissima biblioteca del Seminario e la Cappella Maggiore del Seminario, riccamente decorata nel primo decennio del Novecento e dedicata a San Giuseppe. Il museo non è soltanto uno “scrigno di bellezza”, ma anche un importante presidio culturale nel territorio nisseno, a cui attivamente offre numerose e variegate iniziative culturali. Sin dagli anni Novanta il museo ha ospitato grandi mostre, organizzate assieme alla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta. Si tratta di esposizioni temporanee che hanno valorizzato l’oreficeria, la pittura e l’arte tessile del centro Sicilia, ma che hanno portato in città anche importanti capolavori, come le incisioni di Dürer provenienti da Padova, l’Immacolata di Tiepolo proveniente da Vicenza, i dipinti siciliani ispirati allo Spasimo di Sicilia di Raffaello, l’Adorazione dei pastori di Matthias Stomer proveniente da Napoli, il magnifico Presepe di carta dipinto da Vito D’Anna, le sculture in cera della tradizione siciliana, le scene del Presepe napoletano da Capodimonte, le opere nissene raffiguranti l’Annunciazione, e molte altre ancora, offrendo dunque alla città una preziosa finestra aperta sull’arte di ogni tempo.

Gli eventi collaterali nel segno di Dürer

Ecco tutti il calendario degli appuntamenti

Giovedì 30 marzoSeminario del prof. Calogero Barba“La Calcografia d’Arte nell’era digitale”Museo Diocesano di Caltanissettaore 18
Venerdì 31 marzoWorkshop del prof. Calogero Barba“Dal disegno alla stampa d’Arte”Istituto Istruzione Secondaria Superiore “A. Manzoni – F. Juvara” di San Cataldo (CL)ore 16
Sabato 1° aprileLaboratorio didattico di Sefora Bello“Il Bestiario Immaginario…”Museo Diocesano di Caltanissettaore 10-12
Venerdì 14 aprileConferenza del prof. Massimiliano Ferragina“Passio Christi osservando le stampe del Dürer”Museo Diocesano di Caltanissettaore 18.15
Sabato 22 aprileLaboratorio didattico di Sefora Bello“Il Bestiario Immaginario…”Museo Diocesano di Caltanissettaore 10-12
Giovedì 27 aprileConcerto a cura del Conservatorio Statale di Musica “Vincenzo Bellini” di Caltanissetta e lezione sulla tecnica dell’incisione a cura della prof.ssa Emanuela PulvirentiTeatro comunale Regina Margherita di Caltanissettaore 20.30
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