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Palma di Montechiaro. Condannato imprenditore cinese per estorsioni ai dipendenti. Tre commesse costrette a restituire in contanti quasi metà dello stipendio 

La quarta sezione penale della Corte di Appello di Palermo, presieduta dal giudice Luciana Caselli, ha condannato a tre anni, dieci mesi e venti giorni di reclusione Jianchu Zhou, quarantenne imprenditore cinese, titolare di un negozio a Palma di Montechiaro, per estorsione nei confronti di tre dipendenti. In primo grado l’imputato era stato condannato dal gup del tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, a quattro anni. Lieve sconto di pena in Appello in virtù della riqualificazione di un episodio contestato in tentata estorsione. L’imprenditore dovrà anche liquidare una provvisionale di tremila euro ad una delle dipendenti.Secondo l’accusa il quarantenne, titolare di un negozio a Palma di Montechiaro, avrebbe costretto tre commesse a restituire in contanti quasi metà dello stipendio, pagato invece tramite assegni, dietro la minaccia del licenziamento. Dipendenti che sarebbero state costrette anche ad accettare prolungamenti degli orari di lavoro, ferie mancate e indennità aggiuntive. L’importo totale del cosiddetto “cavallo di ritorno” ammonterebbe a circa 60 mila euro.L’imputato è difeso dall’avvocato Felicia Mancini del foto di Catania. Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Vito Cangemi, Giuseppe Fabio Cacciatore, Maria Licata e Giuseppe Cascià.

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