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Referendum per dire “No al termovalorizzatore di Gela”. Francesco Agati al Presidente Schifani 

Francesco Agati: Bisogna con ogni mezzo opporsi al termovalorizzatore voluto da ENI per non bonificare le isole all’interno dell’ex Raffineria di Gela già nel 2015, decisione presa a Roma. Questi impianti logicamente vengono realizzati o nelle più grandi città dove maggiore è la produzione di rifiuti (Palermo), o dove esiste un sistema logistico integrato ferrovia, autostrada, facile da raggiungere e in tempi brevi (Caltanissetta-Enna site al centro della Sicilia). Invece è stata scelta ancora una volta Gela una città abbandonata da Dio e dagli uomini che ha perso il 7% dei suoi abitanti per tumori o leucemie, vanificando definitivamente le ambizioni turistiche di molti imprenditori della Città del Golfo con sette navi di epoca diversa affondate davanti C.da Bulala, e non ancora recuperate e un patrimonio archeologico unico al mondo.

Ma perché la società – Maire Tecnimont e ENI – vogliono investire a Gela una città priva di infrastrutture e viabilità e piccolo centro urbano di 69.000 abitanti, la risposta è semplice:

1) per evitare ad ENI esose bonifiche, si stima 2miliardi di euro;

2) per le ZES infatti a fronte di un investimento stimato di 640milioni di euro l’investitore avrebbe un ritorno fiscale del 50% (320milioni DI GRAVI FISCALI).

 Il nostro territorio ha già pagato un prezzo troppo alto in termini di ambiente e di salute. Salvo; la politica volubile e impermeabile gelese, incline e permissiva alle decisioni prese da altri per la Città del Golfo, e diversi organi di stampa facilmente manipolabili in termini economici, la città, i suoi cittadini, e i suoi imprenditori non vogliono questa opera imposta da ENI, se occorrerà già da ora proponiamo un referendum democratico per spedire al mittente lo proposta. 

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