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Cocaina e hashish tra Napoli e la Sicilia: 22 arresti, in carcere un 48enne di Canicattì

Il blitz condotto, questa notte, dalla sezione antidroga della squadra mobile di Palermo, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, sta riguardando anche la provincia di Agrigento. Ventidue gli arresti condotti per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti a carico di soggetti appartenenti a due presunte organizzazioni criminali che si sarebbero occupate dell’importazione in Sicilia di hashish e cocaina. Tra gli arrestati c’è un canicattinese, Calogerino Sacheli, 48 anni, che è stato condotto in carcere.  L’uomo è accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di numerosi episodi di detenzione di droga. Insieme a lui, indagato però non raggiunto da alcuna misura, vi è anche C.M.R., 36 anni. Avrebbe coadiuvato il primo nell’acquisto di alcune partite di stupefacente. Per gli inquirenti, dunque, il ruolo di Sacheli sarebbe tutt’altro che marginale. Anzi, gli viene contestata la partecipazione al presunto gruppo criminale dedito al commercio di ingenti carichi di stupefacenti e in particolare nella qualità “di gestore dei diversi acquirenti nella provincia di Agrigento”. Le odierne indagini sono di fatto la naturale prosecuzione di un’attività investigativa svolta nel 2020 che cristallizzava un fiorente traffico di droga tra le province di Palermo e Agrigento. L’arresto di un corriere nel luglio 2020, inoltre, ha permesso agli investigatori non soltanto di sequestrare 3 chili di hashish ma di estrapolare e sviluppare il contenuto del cellulare in uso all’uomo. Da questo episodio si sarebbe, dunque, aperto un mondo, un filo rosso che collegava una fitta rete di spacciatori, numeri, messaggi, contatti. 

Tra le principali piazze, quelle di Ballarò, Brancaccio e Villaggio Santa Rosalia a Palermo. Le province di Agrigento, Caltanissetta, Trapani e Siracusa avrebbero ospitato le basi dei grossisti.

Alla base delle operazioni denominate “Curly” e “Murales” ci sono le indagini condotte dagli investigatori della sezione Antidroga della squadra mobile, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, che hanno scoperto l’esistenza di due bande capaci di acquistare e smerciare grossi quantitativi di sostanze stupefacenti “anche nei periodi in cui le stesse – spiegano dalla questura – scarseggiavano nel territorio palermitano anche grazie all’operosità di trafficanti di punta”.

Tra i principali indagati un uomo che, costretto ai domiciliari, avrebbe trasformato la sua abitazione in uno dei punti di riferimento per molti trafficanti della Sicilia occidentale “occupandosi della promozione dell’associazione in cui era inserito – ricostruiscono ancora dalla questura – procacciando sostanza stupefacente fuori dall’Isola e occupandosi del mantenimento dei contatti con gli acquirenti, anche nelle altre province, nonché della gestione diretta delle trattative preliminari alle cessioni di ingenti quantitativi, ponendosi a capo degli altri affiliati ai quali assegnava mansioni e compiti precisi”.

Il secondo gruppo criminale, di dimensioni più ridotte, era una “costola” della prima da cui poi si sarebbe affrancato per operare autonomamente attraverso un canale di approvvigionamento di hashish e cocaina a Napoli. “La piccola cellula criminale in esame, ricevuto lo stupefacente dalla Campania, curava il rifornimento dei grossisti di alcune piazze di spaccio palermitane e della Provincia”, spiegano ancora dalla polizia.
Nel corso dell’attività sono stati scovati e sequestrati circa 54 chili di hashish e 13,3 di cocaina nonché 56 mila euro in contanti.

L’indagine ha permesso di individuare a Brancaccio due grossi depositi di cocaina: all’interno di uno di questi gli investigatori hanno rinvenuto numerose munizioni. “Anche il secondo sodalizio – concludono dalla questura – era caratterizzato da un articolato assetto interno con suddivisione di compiti tra gli affiliati, ciascuno dei quali ricopriva un preciso ruolo, dai pusher alle figure apicali. Oltremodo importante era il sistema di comunicazione adottato. Gli appartenenti al sodalizio effettuavano, tra loro, videochiamate attraverso note applicazioni social. In diversi casi evitando ogni scambio verbale ed utilizzando gesti convenzionali e movenze del corpo”.

In carcere

  • Pietro Catanzaro (nato a Palermo, 48 anni);
  • Stefano Costa (nato a Palermo, 30 anni);
  • Antonino Fragali (nato a Palermo, 43 anni);
  • Salvatore Inzerra (nato a Palermo, 57 anni);
  • Salvatore Schirò (nato a Palermo, 37 anni);
  • Matteo Testa (nato a Palermo, 40 anni);
  • Giuseppe Bronte (nato a Palermo, 30 anni);
  • Alessandro Scelta (nato a Palermo, 30 anni);
  • Vittorio Di Maio (nato a Palermo, 33 anni);
  • Giuseppe Viviano (nato a Palermo, 29 anni);
  • Calogerino Sacheli (nato a Canicattì, 48 anni);
  • Luca Foti (nato a Siracusa, 48 anni);
  • Aniello Schiattarella (nato a Marano di Napoli, 60 anni);
  • Vincenzo Arcoleo (nato a Palermo, 72 anni);
  • Emanuele Arcoleo (nato a Palermo, 48 anni);
  • Luigi Arcoleo (nato a Palermo, 41 anni);
  • Gaetano Viviano (nato a Palermo, 40 anni).

Ai domiciliari

Mirko Viviano (nato a Palermo, 32 anni).

Giuseppe Catanzaro (nato a Palermo, 30 anni);

Salvatore Lo Re (nato a Palermo, 34 anni);

Emanuele Del Noce (nato a Palermo, 34 anni);

Ninfa Rita Arcoleo (nata a Palermo, 35 anni);

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